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Esteri
Libia, la sfida tra Russia e Turchia tra gruppo Wagner e miliziani siriani

Con l'inizio dell'offensiva di Khalifa Haftar su Tripoli, il 4 aprile, lo scenario libico si e' ulteriormente affollato: la Russia, che aveva gia' inviato al generale della Cirenaica mezzi ed equipaggiamenti almeno due anni fa, ha dispiegato un piccolo esercito di mercenari del Gruppo Wagner. A stimare la presenza russa in Libia, sempre smentita ufficialmente dal Cremlino, e' Ruslan Leviyev, fondatore del Conflict Intelligence Team (Cit), specializzato nella copertura, sulla base dell'analisi di open-source, dei conflitti che vedono la presenza o il sostegno della Russia. "Basandoci sull'esperienza di altri Paesi dove sono stati impiegati e sul materiale che abbiamo raccolto online possiamo parlare di almeno 200 mercenari del gruppo Wagner", spiega all'Agi Leviyev.

Si tratta per lo piu' di ex militari ed ex agenti di polizia, quasi tutti con esperienza di combattimento in Donbass, sottolinea l'attivista. Chiamata dai suoi membri semplicemente 'Compagnia', Wagner e' una societa' di contractor riconducibile ad Evgheni Prigozhin, conosciuto anche come lo chef di Putin per il suo business nel catering e la sua vicinanza al presidente russo. Secondo il fondatore di Cti, gli oltre 1.400 mercenari russi di cui ha riferito in precedenza l'agenzia Bloomberg sono un numero "esagerato", perche' la Wagner "non ha una tale disponibilita' di uomini da poterne inviare in un altro Paese oltre mille in poco tempo". Ma sul campo sono impiegati anche mezzi ed equipaggiamenti militari, "inviati almeno due anni fa": camion corazzati Ural (gli stessi in possesso della 'Compagnia' in Repubblica Centroafricana e Sudan); jet Sukhoi-22; artiglieria e armi leggere. La legge russa vieta l'uso di contractor a fianco dell'esercito, ma la loro presenza in scenari come la Siria, l'Ucraina dell'Est e la Repubblica Centrafricana e' stata ampiamente documentata. Di recente, Putin ha dichiarato che "se anche ci fossero mercenari russi in Libia, questi non sono pagati dalla Russia e non rappresentano la Russia".

Libia: i miliziani siriani, risposta turca a Wagner 

La Turchia ha annunciato l'invio di proprie truppe in Libia, per sostenere il governo di Tripoli di Fayez al Serraj. Prima del via libera ai militari turchi del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, miliziani siriani gia' parte dell'Esercito Libero siriano erano partiti per il nord Africa alla fine dello scorso dicembre, ma Ankara aveva tenuto a mantenere formalmente le distanze da quella che e' stata definita "un'iniziativa di Els, che non e' sotto il nostro controllo". Il primo a riportare la notizia di miliziani siriani attivi in Libia era stato lo scorso dicembre l'Osservatorio per i diritti umani in Siria, con sede a Londra, secondo cui le milizie avevano preso la strada di Tripoli con la promessa di un cospicuo ragguaglio economico. Un film gia' visto in passato, all'indomani delle primavere arabe, quando Muammar Gheddafi faceva incetta di mercenari da affiancare agli uomini rimasti a lui fedeli. La paga dei combattenti rimane uno dei punti oscuri della faccenda, considerando che miliziani Els raggiunti sia da Agi che dalla locale BBC hanno ammesso un aumento dei compensi, senza tuttavia specificarne ne' l'ammontare, ne' sopratutto chi paga, se Erdogan o Serraj. Tra 1.000 e 1.500 miliziani sono partiti per la Libia circa un mese fa, e altri circa 500, tutti siriani, potrebbero partire nei prossimi giorni. La Turchia impiega ufficialmente, e paga, miliziani Els nelle aree del nord della Siria dove l'esercito di Ankara ha svolto operazioni militari nel recente passato e rimaste sotto il controllo di Ankara: Jarabulus (2016-17), Afrin (2018) e Ras al Ayn Tel Abyad (2019). Tuttavia la partecipazione dei siriani al conflitto libico e' coperta da un silenzio ufficiale che, al di la' di poche smentite, e' quasi totale. "I miliziani siriani non fanno parte dalla nostra missione in Libia. Noi andiamo con compiti di coordinamento, mentre i siriani potranno difendere i nostri uomini che non partono per fare la guerra", ha dichiarato Erdogan in un intervista in tv di 10 giorni fa. Parole replicate dal governo di Serraj alla BBC Arabic, che ha ribadito i "compiti di difesa" assegnati ai siriani. Secondo fonti citate dall'agenzia di stampa Reuters, i miliziani siriani che partono per la Libia presentano domanda personale a una compagnia turca, che pero' non viene citata. Probabile si tratti delle Sadatlar, testa di ponte delle strategie turche nei Paesi musulmani, attiva nei Balcani e in Asia Centrale, dove agisce ufficialmente per fini umanitari, ma si avvale di ex militari turchi che svolgono anche compiti di addestramento e intelligence. Attivita' mai negate in Libia, dove Erdogan ha giustificato le azioni di Sadatlar come la risposta della Turchia al sostegno garantito agli uomini del generale Haftar dalle milizie paramilitari Wagner, inviate dalla Russia. 

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