Guerra a Gaza, dopo il no di Hamas all'accordo Usa Israele non molla: "Entrare nella Striscia con tutte le forze" - Affaritaliani.it

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Guerra a Gaza, dopo il no di Hamas all'accordo Usa Israele non molla: "Entrare nella Striscia con tutte le forze"

L'annuncio del ministro di estrema destra della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir

di Redazione

Medioriente: Gvir, dopo no Hamas intervenire a Gaza con tutta nostra forza

Il ministro di estrema destra della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, ha affermato che è "ora di entrare nella Striscia di Gaza con tutta la forza necessaria", dopo le riserve espresse da Hamas in merito alla nuova proposta di cessate il fuoco degli Stati Uniti. "Signor primo ministro, dopo che Hamas ha nuovamente respinto l'accordo proposto, non ci sono più scuse... Abbiamo già perso troppe opportunità. È ora di entrare con tutta la forza necessaria, senza battere ciglio, per distruggere e uccidere completamente Hamas" nella Striscia di Gaza, ha scritto Gvir su X. 


"Gli aiuti devono essere autorizzati ad entrare a Gaza su larga scala e devono essere distribuiti immediatamente attraverso l'attuale sistema umanitario, per prevenire ulteriori scene di caos e fermare la carestia": lo scrive la ong ActionAid in un comunicato stampa, sottolineando che gli aiuti "non devono mai essere militarizzati e non devono mai essere usati come armi di guerra". La ong e altre organizzazioni umanitarie lanciano da settimane l'allarme: il nuovo e controverso meccanismo di distribuzione degli aiuti, gestito dalla Fondazione umanitaria per Gaza - recentemente istituita con il sostegno dei governi statunitense e israeliano - è inadeguato e contrasta con i principi fondamentali dell'azione umanitaria, come imparzialità, neutralità e indipendenza. Inoltre, prosegue la nota, esiste il rischio concreto che venga utilizzato come strumento per favorire una pulizia etnica, incentivando lo sfollamento forzato e su larga scala della popolazione dal nord al sud della Striscia di Gaza. Secondo ActionAid, questo sistema è totalmente inadeguato, deumanizzante e incapace di fornire aiuti in modo sicuro ed efficace: non è in grado di soddisfare le esigenze urgenti di 2,2 milioni di persone e mette in pericolo estremo chiunque cerchi di accedere alle forniture.

"Riconoscere uno Stato palestinese non è semplicemente un dovere morale, ma un'esigenza politica". Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron durante una congerenza stampa a Singapore, elencando diverse condizioni per compiere questo passo. Ha anche aggiunto che "gli europei devono rafforzare la loro posizione collettiva contro Israele se non ci sarà una risposta commisurata alla situazione umanitaria che verrà fornita nelle prossime ore e nei prossimi giorni nella Striscia di Gaza". 

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