Emergenza migranti/ Dopo l'appello di Affari, Renzi e Ue accelerano
Come chiesto su questa testata giovedì scorso ( "Il governo agisca o l'Italia diventerà uno sterminato campo profughi" ), il presidente del Consiglio Matteo Renzi, subito il giorno successivo, venerdì, ha inviato a Bruxelles un position paper in cui proponeva Eurobond per gestire l'emergenza dei migranti. Ieri sera, in una lettera a Renzi, il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha promosso l'iniziativa Migration Compact.
Juncker si dice pronto a lavorare su tutti i temi del Migration Compact proposto dal premier italiano e dà mandato di approfondire l'iniziativa ai vicepresidenti della Commissione Ue, Federica Mogherini e Frans Timmermans, in vista del vertice europeo del 28-29 giugno.
Per evoluzione della situazione e scelte politiche dell'Ue e degli Stati europei, l'Italia rischia di diventare l'imbuto dei migranti, in particolare di quelli provenienti dall'Africa. Notevole parte di questi sono economici. Di qui il proposito di creare lo sviluppo nei Paesi d'origine. Per finanziare tale progetto, sono necessari importanti finanziamenti e il problema è europeo, non solo italiano. Di qui gli Eurobond di Renzi.
Sarebbe una rivoluzione copernicana. Se Bruxelles collocasse bond, esisterebbe un debito comune, mutualizzato e garantito dagli Stati membri. Naturale che un Paese come la Germania, storicamente diffidente della solidità dei partner e contraria a un ulteriore processo di coesione economica, si opponga.
Bruxelles avrebbe già individuato il benchmark per superare la resistenza di Berlino: quanto fatto dell'Alleanza mondiale per i vaccini e le immunizzazioni, che per finanziare la sua attività emette obbligazioni e dal momento che tale organizzazione - che dal 2006 ha raccolto tre miliardi di dollari - non produce utili, sono gli Stati che garantiscono il ritorno sugli investimenti.