Politica
Il governo agisca o l’Italia diventerà uno sterminato campo profughi

Di Ernesto Vergani
Già il passaparola globale è che in Italia si può giungere e transitare più facilmente che altrove. A ciò si aggiungano fatti e dichiarazioni allarmanti. Il ministro della difesa, Hans Peter Doskozil, ha affermato che in caso di emergenza il Brennero, dove Vienna vuole costruire una barriera, potrebbe essere totalmente chiuso.
Paolo Serra, consigliere militare dell’inviato speciale Onu in Libia Martin Kobler, ha detto che potrebbero arrivare in 250mila dalla Libia, paese in ginocchio per la crisi politica, in cui i posti di lavoro legati all’estrazione di petrolio si sono notevolmente ridotti.
Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha sostenuto di fronte all’Europarlamento che le notizie sono preoccupanti, che in tanti sono pronti a partire da Nigeria, Somalia, Gambia, Senegal e Costa d’Avorio.
Gli sbarchi in Grecia sono diminuiti proprio per l’accordo tra Ue e Turchia, che prevede il rimpatrio di chi è giunto in Grecia dal 20 marzo in avanti. Intanto gli Stati balcanici e quelli del Centro Europa bloccano il transito dei migranti.
Il ministero dell’Interno italiano ha chiesto ai prefetti di tutte le regioni di individuare 6.500 posti con urgenza, per la situazione improvvisamente peggiorata.
Risultato: l’Italia rischia di trasformarsi in un campo profughi, paradossalmente, e ingenuamente per come la vicenda è stata gestita, il maggiore campo dell’Europa e del Mediterraneo. Saranno piccolo conforto per l’Italia - che ha speso 3,3 miliardi per l’accoglienza nel 2015 – eventuali aiuti dell’Europa e deroga al Patto di Stabilità.
In casi di emergenza, come in guerra, si può anche cambiare idea, abbandonare posizioni alte ma teoriche. La speranza è che il governo e il presidente del Consiglio Matteo Renzi agiscano per tempo e con pragmatismo.