Onu/ Renzi: "Mediterraneo non sia cimitero di dispersi"
"Abbiamo salvato 80mila vite perche' per noi il Mediterraneo e' il cuore dell'Europa, non il cimitero dei dispersi". Inizia così l'intervento del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, alla 69ma Assemblea generale dell'Onu, dove il premier ha rivendicato l'impegno italiano per soccorrere i migranti in arrivo dal Nordafrica. Un intervento dove il premier ha parlato di Libia, Isis e Medio Oriente.
LIBIA. In Libia "si rischia di segnare il punto di non ritorno nel crinale di violenza e instabilita' della regione": e' l'allarme lanciato da Matteo Renzi, intervenendo davanti alla 69ma Assemblea generale dell'Onu. Il presidente del Consiglio ha avvertito che "non possiamo sottovalutare questo focolaio nel cuore del Mediterraneo" che "deve rivestire priorita' altissima per le proprie ripercussioni vaste e gravi sull'area e oltre". Renzi ha sottolineato che l'Italia sostiene "con determinazione l'avvio di un processo inclusivo e consensuale" ed e' pronta "ad accompagnare l'amico popolo libico in questo percorso, per scongiurare il rischio di una progressiva frammentazione del Paese e le conseguenze negative che ne scaturirebbero per la sicurezza del Nord Africa e della regione sub-sahariana". Solo una Libia solida e stabile", infatti, "puo' impedire che il Paese diventi un corridoio aperto al traffico internazionale di esseri umani". Con chiara allusione alle interferenze di Paesi terzi nel conflitto interno libico che contrappone le milizie filo-islamiche alle forze laiche, il premier ha fatto appello a tutti gli attori regionali e internazionali perche' agiscano "con spirito costruttivo per facilitare l'azione dell'Onu".
ISIS. "L'Isis e' una minaccia terroristica, non l'espressione di una religione".
MEDIO ORIENTE. "Non ci stancheremo mai di chiedere pace" per il Medio Oriente, "il popolo palestinese ha il diritto di avere finalmente una patria, Israele ha non solo il diritto ma il dovere di esistere". Renzi ha avvertito che "tutta la comunita' internazionale" deve sostenere un processo verso la pace in questi termini, "anche chi in passato ha messo in discussione il diritto di Israele ad esistere".