Raid aerei anti-Isis sul Sinai. Il premier egiziano: "Siamo in guerra"
Almeno 23 miliziani della Provincia del Sinai, movimento jihadista gia' noto come Ansar Beit al-Maqdis e da un anno affiliato all'Isis, sono stati uccisi in una serie di raid dell'Aeronautica egiziana nella zona di Rafah, nel nord della penisola a ridosso della frontiera con la Striscia di Gaza. Tra i morti ci sarebbe anche Kamal Alam, un comandante di alto profilo del gruppo terroristico. La controffensiva delle forze di sicurezza, lanciata con elicotteri da combattimento Apache, e' giunta all'indomani degli attacchi simultanei contro 22 diversi siti militari egiziani. E' ancora incerto il bilancio delle vittime del mercoledi' di guerra nel Sinai: per il governo sono morti solo 17 tra soldati e poliziotti e un centinaio di miliziani. La confusione sul numero effettivo delle vittime deriverebbe in parte dal fatto che gli assalitori indossavano uniformi dell'Esercito e quindi non e' stato facile identificarli correttamente.
Il premier egiziano Ibrahim Mahlab ha annunciato un rafforzamento delle misure di sicurezza presso i ministeri, gli apparati dello stato e le strutture sensibili nel paese. "Siamo in uno stato di guerra. Ogni ministero dovrebbe avere un piano per affrontare le minacce attuali", ha detto Mahlab durante una riunione di governo, sottolineando la necessita' di installare telecamere di sicurezza anche presso le infrastrutture strategiche, come le centrali elettriche.
Circa 17 membri dell'esercito, tra cui quattro ufficiali, sono stati uccisi ieri in una serie di attacchi condotti dallo Stato del Sinai, organizzazione affiliata allo Stato islamico, con il supporto del movimento palestinese "Jihad islamico", contro 22 obiettivi militari nel Sinai settentrionale
