Scontri in Venezuela, tre morti: nuova protesta anti-Maduro
Circa 30 gli arresti. Opposizione chiede mobilitazione del popolo
E' di tre morti e circa 30 arresti il bilancio delle manifestazioni di ieri in Venezuela contro il presidente Nicolas Maduro. L'opposizione venezuelana ha convocato una nuova protesta per oggi, invitando "tutto il popolo a mobilitarsi", al termine di una giornata che ha visto scendere in strada centinaia di migliaia di oppositori al capo dello Stato a Caracas e in numerose altre città del Paese. Un adolescente di 17 anni è morto per le ferite riportate alla testa, dopo che degli sconosciuti in moto hanno aperto il fuoco contro un gruppo di manifestanti a San Bernardino, a Nord-Ovest della capitale. In modo analogo ha perso la vita una giovane donna di 23 anni a San Cristobal.
Secondo alcuni testimoni, in entrambi i casi, chi ha aperto il fuoco farebbe parte dei "collettivi", gruppi di civili armati dal governo. In serata, un responsabile del governo, Diosdado Cabello, ha annunciato alla televisione pubblica che un militare - membro della Guardia nazionale - è stato ucciso dai manifestanti alla periferia di Caracas. Gli scontri sono proseguiti, in modo sporadico, anche durante la notte. "Occorre uscire dalla dittatura. Siamo stanchi, non vogliamo le elezioni per mandare via Maduro che ha distrutto il paese", ha detto uno dei manifestanti, Ingrid Chacon.
Il presidente, da parte sua, da martedì ha rafforzato la presenza militare e della polizia nelle strade e ieri ha annunciato l'arresto di almeno 30 persone, accusate di volere provocare violenze durante le manifestazioni. Maduro ha inoltre spiegato di "essere sul punto di smantellare il colpo di Stato terroristico" fomentato - a suo dire - dagli Stati uniti. Washington ha respinto le accuse di Maduro definendole "infondate e irragionevoli", tramite la voce del suo rappresentante ad interim presso l'Organizzazione degli Stati Americani, Kevin Sullivan.
"Siamo preoccupati per il fatto che il governo di Maduro viola la propria Costituzione e non consente all'opposizione di far sentire la sua voce", ha detto da parte sua il segretario di Stato americano, Rex Tillerson. La pressione internazionale sul potere di Maduro è aumentata negli ultimi giorni. Undici paesi latino-americani hanno esortato lunedì la leadership venezuelana a "garantire" il diritto di manifestazione pacifica nel Paese. Caracas ha però respinto la richiesta. In tre settimane di proteste, otto manifestanti sono stati uccisi e oltre 500 persone sono state arrestate, secondo l'ong Foro Penal. Il Paese vive una grave crisi politica ed economica e l'opposizione, che ha la maggioranza in Parlamento da fine 2015, chiede la partenza anticipata del presidente socialista.