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Esteri
Sputnik V, vaccino russo come il Kalashnikov, fucile ‘semplice e affidabile'

Obiettivo della Russia sul Coronavirus: vaccinare  con il suo Sputnik V oltre 2 milioni di persone entro la fine dell’anno.

Il Paese pone molta fiducia nel suo vaccino, arrivato sulla scena mondiale per primo e forse ingiustamente ‘snobbato’ dalle comunità scientifiche europee e americane.

Infatti nonostante l’alto livello della scienza sovietica lo Sputnik V, così come il vaccino cinese, ha dovuto subire sospetti e critiche per la velocità dei test e la mancanza di trasparenza.

Ma per Kirill Dmitriev, direttore del Fondo russo per gli investimenti diretti (RDIF),con laurea ad Harvard e Stanford, questi dubbi non sono altro che ‘un frutto dell’ ignoranza, dei pregiudizi e della disinformazione’, bocconi avvelenati seminati dai competitors.

‘C’è uno sforzo da parte dei concorrenti per screditare il vaccino russo, ma questo sforzo non solo non ha funzionato ma gli ha dato una spinta in più rendendolo ancora più famoso", osserva Dmitriev che, a 45 anni, guida il potente fondo della Russia, con un capitale di riserva di circa 10 miliardi di dollari ‘risparmiati’ negli anni buoni del petrolio.

RDIF è l'ente che ha finanziato il vaccino e sta guidando la negoziazione internazionale per le vendite.

Lo Sputnik V, sviluppato dall'Istituto Pubblico Gamaleya, è stato il primo vaccino ad essere registrato al mondo. Il nome fa riferimento al primo satellite lanciato nello spazio e con il quale l'URSS ha superato gli Stati Uniti nella corsa allo spazio. L’annuncio del presidente russo Vladimir Putin, che fra l’altro ha fatto vaccinare una sua figlia, dà l'idea dell'importanza per Mosca di essere la capofila della corsa dei vaccini.

La Russia, che ha già  iniziato un diffusa campagna di vaccinazione, ha anche cominciato la sua campagna di marketing a livello mondiale.

La RDIF, non svela quanto ha investito nello sviluppo del vaccino ma assicura che è ‘meno’ degli altri. Afferma inoltre di aver ricevuto richieste da più di 50 paesi per milioni di dosi, ancora in attesa di approvazione da parte dei rispettivi organismi di regolamentazione. Con un focus speciale sull'America Latina, dove la Russia coltiva sempre più interessi.

Il vaccino russo è adesso molto conosciuto in America Latina.

‘Sarò il primo a ricevere il vaccino Sputnik V, e lo farò prima di chiunque altro in modo che nessuno ne abbia paura’, ha detto il presidente argentino Alberto Fernández. In questa dichiarazione è stato preceduto dal messicano Andrés Manuel López Obrador e dal venezuelano Nicolás Maduro.

La Russia ha raggiunto un accordo per fornire al Messico 31 milioni di dosi di Sputnik V. Con il governo argentino l'invio di 10 milioni entro la fine dell'anno e l'opzione di altri cinque all'inizio dell'anno prossimo. Anche con lo Stato brasiliano di Bahia c’è un accordo per 50 milioni di vaccini.

La RDIF ha anche accordi per un numero di dosi ancora da definire con il Venezuela e con lo stato brasiliano del Paraná; oltre alla previsione di fornire il principale vaccino russo all'India (200 milioni di dosi), alla Corea del Sud (150 milioni di dosi all'anno) e all'Egitto (25 milioni di dosi).

La Russia inoltre, che ha ottimi rapporti con il governo dell'ultraconservatore ungherese Víktor Orban, ha anche accettato di fornire il farmaco al suo alleato dell'Europa orientale. Il patto rappresenta un ingresso simbolico dello Sputnik V nell'UE. Una piccola grande vittoria per Mosca.

La mappa delle esportazioni di Sputnik dà un'idea delle relazioni diplomatiche della Russia e della sua posizione nel consiglio geopolitico mondiale. Anche se Dmitriev sostiene che per Mosca non si tratta di politica, ‘Una storia molto semplice. Stiamo lavorando molto duramente per salvare la nostra gente, la gente in tutta l'America Latina e nel mondo’.

Lo Sputnik V è il primo vaccino ad aver ricevuto l’ok per uso emergenziale e sta per concludere l'ultima fase dei suoi test clinici.

Viene spesso paragonato dalla televisione di stato russa al famoso fucile d'assalto Kalashnikov, ‘semplice ma affidabile’.

E’ efficiente al 92%, secondo i dati preliminari rilasciati dall'Istituto Gamaleya, che però non ha ancora pubblicato la ricerca.

Secondo un sondaggio interno però il 54% della popolazione russa non lo farebbe, sia per mancanza di trasparenza, di sfiducia verso le autorità e di stanchezza.

Alla fine però lo Sputnik V presenta, secondo Dmitriev, ‘efficienza, sicurezza, logistica e prezzo. Il nostro vaccino russo è sicuro; il suo prezzo è inferiore a 10 dollari per ciascuna delle due dosi, tre volte inferiore a quella di Pfizer e Moderna; può essere liofilizzato, il che offre un grande vantaggio logistico per molti paesi perché elimina la necessità di trasporti a temperature bassissime’.

Ed allora ben venga anche uno Sputnik per sanare una parte del mondo.

 

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