Terrorismo e politica, bene Renzi e male la destra nostrana
Non occorre ripetere, dopo le stragi di Parigi, gli errori degli anni '80, quando molti intellettuali progressisti definivano gli spietati brigatisti rossi, che uccidevano e gambizzavano, "compagni che sbagliano», e i loro ideologhi «cattivi maestroni» anziché «maestri di assassini».
A destra, soprattutto Salvini, la Meloni, il furioso Del Debbio, sono della serie “armiamoci e partite !”. Rappresentanti di una destra non dignitosa, come quella di Madame Le Pen, in Francia, ma parolaia, da bar, che sembra uscita dai personaggi più vili, interpretati, da par suo, da Albertone Sordi.
All'estrema sinistra, vi è il pacifismo, altrettanto aggressivo, e senza se e senza ma, di Gino Strada e compagni.
Matteo Renzi ha trovato una buona misura delle cose. È deciso e prudente, si ispira, e dovrebbe farlo anche Hollande, alla "force tranquille" di Francois Mitterrand e alla prudenza felpata di Aldo Moro.
Ieri, intanto, lo scrittore e regista francese, Michael Houellebecq, ha sentenziato :
"È assai improbabile che l'insignificante opportunista, che occupa la poltrona di Capo di Stato, come pure il ritardato congenito, che svolge le funzioni di primo ministro, escano con onore dall'esame della situazione nella quale ci ritroviamo".
La democrazia si differenzia dalle dittature perché consente le critiche, anche quelle più violente, ai governanti. Nè possiamo pretendere che Houellebecq la pensi come Stephen Decatur, ufficiale della Marina statunitense, all'epoca della nascita della nazione americana : "Right or wrong, it is my country !".
Ma, nelle fase più drammatiche, come l'attuale, sugli attacchi e sulle impietose, quasi irridenti analisi degli errori, certamente compiuti, dai governanti, non solo in Francia, dovrebbero prevalere- per tentare di fronteggiare, con efficacia, il terrorismo-la compostezza, nelle parole e nelle azioni, e la maggiore solidarietà realizzabile tra i popoli e gli esecutivi.
E, dunque, alle tanto feroci, quanto intempestive, censure di Houellebecq ai nocchieri della Francia sotto la bufera, sono da anteporre le commoventi parole con le quali la prima cittadina di Parigi, Madame Anne Hidalgo, socialista, "a nome di una città a lutto", si è rivolta ai terroristi, che "detestano la nostra vita", che "hanno cercato di abbattere le nostre libertà".
I parigini, però- e gli europei, lo auspichiamo-non faranno loro "l'onore della paura, nè della collera".