Turchia: più poteri al presidente, Erdogan accelera
Recep Tayyp Erdogan, il presidente che sta progressivamente spegnendo la democrazia turca, tra pochi mesi potrebbe ampliare in modo consistente i suoi poteri: il referendum costituzionale disegnato per spianargli ulteriormente la strada sarà convocato "prima della prossima primavera", annuncia il ministro della giustizia Bekir Bozdag. "Quando il parlamento avrà deciso sul referendum costituzionale, la decisione verrà presentata al pubblico. Per questo processo servivano 90 giorni, ora ne servono 60, ma non credo che ce la faremo prima del 2017. Il referendum potrebbe quindi essere convocato prima della primavera", ha detto Bozdag in una intervista a Kanal 24.
Per modificare la Costituzione il parlamento turco deve votare a favore del referendum a maggioranza qualificata sui 550 seggi che lo compongono. Ai "sì" scontati che arriveranno dai 317 deputati dell'Akp, il partito di Erdogan, potrebbero aggiungersi quelli del partito nazionalista Mh: se i partiti dell'opposizione si sono a lungo opposti alla revisione costituzionale, i deputati del Mhp negli ultimi giorni hanno annunciato l'appoggio al disegno presidenzialista. Se il progetto non naufragherà, Erdogan avrà dunque per via costituzionale quei poteri che si è preso con la dichiarazione dello stato di emergenza, appena prorogato di altri sei mesi.
Nel frattempo, il presidente islamista continua a opprimere il dissenso con l'inarrestabile sequenza di arresti iniziati subito dopo il fallimento del golpe con cui i militari hanno tentato di rovesciare il suo governo. Le autorità turche hanno emesso mandati d'arresto per 189 dipendenti di istituzioni giudiziarie, tra cui molti giudici e procuratori, accusati di legami con la rete di Fethullah Gulen che il governo accusa di avere ordito il tentativo di golpe. I magistrati del tribunale e della suprema Corte d'appello di Ankara sono sotto accusa, secondo i media locali, per aver utilizzato ByLock, un'app per smartphone che sarebbe stata utilizzata dai golpisti per scambiare messaggi criptati. Con la stessa accusa, nei giorni scorsi erano state arrestate centinaia di persone, tra cui molti poliziotti.
Intanto, il ministero dell'Educazione turco ha sospeso altri 2.400 dipendenti, sempre per il sospetto che siano legati a Gulen. Dal fallito golpe del 15 luglio, almeno 32mila persone sono state arrestate e oltre 80 mila licenziate o sospese dalle pubbliche amministrazioni.