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Esteri
Nuovo ultimatum ai filorussi in Ucraina

"Arrendersi o morire". Arriva un nuovo ultimatum dell'Ucraina alle forze filorusse nella città di Donetsk, città che si trova nella parte orientale del Paese. A confermarlo alla Ria Novosti  è un portavoce che si trova al quartier generale dell'operazione speciale, ancora in corso. "Il comando dell'operazione anti-terroristica ha garantito la sicurezza di quanti sono pronti a consegnare le loro armi", ha affermato Vladislav Seleznyov, che ha aggiunto che questa opportunità era stata già offerta agli attivisti che rivendicano maggiore autonomia nella regione, ma le forze separatiste l'avevano respinta. Intanto caccia militari sorvolano Donetsk, mentre raffiche di mitragliatrici risuonano nei pressi della sede dell'Sbu, i servizi segreti ucraini. Lo riferiscono numerosi testimoni oculari. La sede si trova nei pressi del palazzo dell'amministrazione, occupata dai separatisti.

Il portavoce ha spiegato che i vertici dell'esercito ucraino hanno lanciato un "nuovo ultimatum" per la resa o il ritiro da Donetsk: la minaccia è di attaccare con armi di "alta precisione" se i ribelli continueranno ad affrontare le forze armate ucraine.

Seleznyov ha inoltre smentito le notizie di stampa sulla presenza di vittime civili dopo che le truppe ucraine hanno effettuato una serie di raid aerei contro l'aeroporto di donetsk. Alexander Boroday, dell'autoproclamata repubblica del popolo di Donetsk, aveva in precedenza denunciato che l'offensiva di Kiev era costata la vita a un centinaio di persone tra manifestanti e civili, mentre l'amministrazione di Donetsk ha parlato di quaranta vittime.

Coprifuoco. Ma le autorità di Donetsk non indietreggiano: "Non combatteremo fino alla fine, ma fino alla vittoria" ha detto il leader dell'autoproclamata Repubblica popolare, Denis Pushilin, davanti a una folla di sostenitori. Concetto ribadito dal premier Alexander Borodai poco dopo in una conferenza stampa in un albergo della città. I ribelli confermano che è in vigore il coprifuoco dalle 20 alle 6 del mattino in tutta la città. La misura è stata annunciata nel tardo pomeriggio di ieri, ma non è stata applicata nell'immediato.


Osservatori Osce. L'Osce ha perso i contatti con un secondo gruppo di osservatori nella zona di Donetsk, nell'Ucraina orientale. Il gruppo di inviati dell'organizzazione si aggiunge ai quattro che mancano all'appello da ieri. "A mezzogiorno circa, la missione speciale di monitoraggio Osce in Ucraina ha perso i contatti con alcuni rappresentanti del suo team di base a Donetsk", si legge in una nota dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, "il gruppo si trovava a est della città di Donetsk, lungo la strada per Dnipropetrovsk, quando sono stati persi i contatti". Il ministro del Commercio danese, Mogens JensenI, ha riferito che i quattro osservatori dell'Osce dispersi da lunedì sera, quando si trovavano nella zona a est di Donetsk, sono stati rapiti da separatisti filo russi armati. Uno dei quattro tecnici della missione di monitoraggio dell'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa è di nazionalità danese (gli altri sono uno svizzero, un turco e un estone).

Il Cremlino critica uso della forza... La tensione non si allenta, ma per il Cremlino l'uso della forza nell'est ucraino porta la crisi ad un "vicolo cieco" dopo il quale sarà sempre più difficile organizzare il dialogo tra Kiev e le regioni separatiste, ha detto il consigliere diplomatico presidenziale Iuri Ushakov.

...e Obama dice: "Non è nuova guerra fredda". "Questa non è una nuova guerra fredda", ha detto il presidente americano, Barack Obama, sottolineando come la linea degli Usa sulla crisi ucraina è quella di "agire insieme agli alleati e alla comunità internazionale che hanno dato al popolo ucraino la possibilità di votare e scegliere i loro futuro".

Abkazia (Georgia): opposizione occupa palazzo potere. Ma i venti di Maidan soffiano anche nell'autoproclamata repubblica dell'Abkazia, regione georgiana secessionista riconosciuta da Mosca, dove manifestanti dell'opposizione si sono impadroniti del palazzo presidenziale e della tv dopo una grossa manifestazione di protesta ieri a Sukumi. Per il presidente abkazo, Aleksandr Ankvad, è "tentato di colpo di Stato". "Non sono partito, sono in Abkazia", ha assicurato Ankvad, smentendo le voci di una fuga. "Le forze dell'ordine sono fedeli allo Stato e prendono tutte le misure per stabilizzare la situazione", ha aggiunto. Il parlamento locale, come ha riferito il suo presidente, Valeri Bganba, prevede una sessione speciale per discutere la situazione. Ma il leader dell'opposizione abkaza, Raul Khadzhimba, ha annunciato che il consiglio di coordinamento dell' opposizione "ha assunto temporaneamente il controllo della repubblica". "In Abkazia è iniziato il Maidan" titola nella sua versione on line il tabloid russo Komsomolskaia Pravda.

Gas a rischio. "Dobbiamo tutti insieme evitare che ci sia una escalation della situazione dalla prossima settimana tra Ucraina e Russia" sulla questione del prezzo futuro del gas. Il rischio è che "non sarebbe possibile rifornire gli stoccaggi di gas e la Ue potrebbe trovarsi in difficoltà se dovesse esserci un inverno molto freddo". È questo l'allarme lanciato dal commissario Ue all'energia Guenther Oettinger presentando le proposte della commissione per rafforzare la sicurezza energetica europea. L'invito della Ue a Russia e Ucraina è trovare rapidamente un accordo definitivo sui prezzi del gas. Intanto l'ad del colosso russo del gas Gazprom, Alexiei Miller, in una riunione presieduta da Putin ha ricordato che il 7 giugno il debito ucraino per il metano russo supererà i 5,2 miliardi di dollari. Miller ha ricordato che se Kiev non pagherà anticipatamente entro il 2 giugno per il prossimo mese, dalle 10 ora locale del giorno successivo inizieranno le riduzioni nelle forniture. Putin, che il 5 giugno sarà ricevuto da Hollande all'Eliseo, spera di non dover introdurre il sistema di pagamento anticipato per il gas russo all'Ucraina: "Speriamo di non arrivare alla situazione in cui saremo costretti a passare al pagamento anticipato", ha detto.

L'Ucraina, però, è pronta a ricorrere all'Istituto arbitrale della Camera di Commercio di Stoccolma per risolvere la diatriba con Mosca per il gas. Lo ha detto il ministro degli Esteri di Kiev, Andrii Deshizia. "Siamo pronti - ha detto il ministro - a pagare il debito se si trova un accordo sul prezzo, che deve essere un prezzo di mercato e non un prezzo politico". Deshizia ha sostenuto anche la necessità di rinegoziare il debito a fronte dell'annessione della Crimea.

Spoglie Rocchelli a Kiev, in Italia.  Il feretro di Andrea Rocchelli, il fotoreporter italiano ucciso sabato scorso a Sloviansk, è giunto a Ciampino intorno alle 17 con un volo organizzato dall'Unità di crisi della Farnesina. Ad attendere l'aereo, su cui viaggiavano anche i genitori e alcuni colleghi del fotoreporter, c'era il ministro degli Affari esteri, Federica Mogherini.

Liberato prete polacco rapito a Donetsk. Di lui non si avevano notizie da ieri: Pawel Witek, prete cattolico polacco si trovava a Dnetsk e secondo il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, era stato rapito ieri dai separatisti filorussi che hanno preso il controllo della città ucraina. Il sacerdote oggi è stato liberato. Lo ha reso noto un portavoce del ministero degli Affari esteri di Varsavia. Prima di essere rapito, il sacerdote avrebbe dovuto celebrare una funzione ecumenica in piazza della Costituzione a Donetsk.

Maidan toglie le tende. Dopo oltre sei mesi di presidio della piazza centrale di Kiev, simbolo della protesta filo europea, nella notte è cominciato lo smantellamento delle tende. La loro rimozione era stata chiesta dal neo sindaco, Vitali Klitscho, all'indomani della sua elezione. Ed era stata auspicata anche da Mosca. A smontare le tende ci hanno pensato gli impiegati dei servizi comunali, ma sono riusciti a togliere solo poche tende, nelle aree marginali del Maidan: gran parte dell'"accampamento" rimane. I militanti non sembrano per nulla intenzionati a sgomberare, anzi, promettono di restare "sino alla fine", ossia fino a quando non vedranno i primi risultati concerti del nuovo presidente eletto Petro Poroshenko. "Non ce ne andremo di qui. Dobbiamo dare a Poroshenko una possibilità, che si prenda un mese, poi vedremo", ha detto uno dei manifestanti. Sicuramente a Kiev sta cambiando l'atteggiamento della stampa verso questa tendopoli permanente: alcuni media, tra cui Canale 5, dello stesso Poroshenko, danno spazio alle lamentele della gente comune per un centro cittadino ancora occupato da tende, bivacchi e barricate.

Hollande invita Poroshenko a commemorazione D-Day. Il presidente francese Francois Hollande ha invitato il neo presidente ucraino Petro Poroshenko alla commemorazione del 70esimo anniversario dello sbarco in Normandia, il 6 giugno prossimo. Alla cerimonia parteciperanno molti leader mondiali, tra cui il presidente russo Putin.

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