Esteri
Ue, Orban alleato 'interessato' dell'Italia: "Rutte responsabile del caos"

I fondi dell'Unione europea, la condizionalità del rispetto dello Stato di diritto
L'alleato che non ti aspetti. Quel Victor Orban che nelle geometrie europee con il gruppo di Visegrad ha sempre giocato su un fronte opposto. Specie sui temi del rigore contabile nel rispetto dei parametri del Patto si Stabilità. Un falco. Stavolta invece, in una conferenza stampa stamani a Bruxelles, prima della ripresa dei lavori nel terzo giorno di riunione del Consiglio europeo chiamato a trovare una sintesi sul varo del Recovery Fund e del bilancio Ue 2021-2027, il premier ungherese ha spiegato chiaramente di schierarsi dalla parte di Giuseppe Conte e del nostro Paese, attaccando duramente il primo ministro olandese Mark Rutte, leader dei "Frugal Four" ovvero i quattro Paesi cosiddetti Frugali (Olanda, Danimarca, Svezia e Austria, a cui si aggiunge anche la Finlandia) che si stanno opponendo alle proposte italiane e che a detta del numero uno di Palazzo Chigi stanno tenendo "sotto ricatto l'Europa".
I leader europei arrivano al Consiglio Ue per la terza giornata di negoziati sul bilancio comunitario e il Recovery Fund
"L'Olanda vorrebbe creare un meccanismo per controllare la spesa dei Paesi del Sud" dal Recovery Fund. "Sostanzialmente è una disputa tra italiani e olandesi. Noi siamo dalla parte dell'Italia", ha detto senza giri di parole Orban, che ha rivelato di aver "prenotato l'hotel per una settimana a Bruxelles, quindi se c'è da negoziare, noi ci siamo. Non vogliamo tornare a casa senza una soluzione per l'Europa".
"Bisogna dare i soldi ai Paesi - ha aggiunto - che ne hanno bisogno e permettere loro di spenderli appena possibile per stabilizzare le loro economie, invece di ingaggiare lunghe dispute burocratiche". "Se li aiutiamo al momento giusto li aiutiamo due volte”, ha aggiunto Orban messo, assieme al premier polacco Mateusz Morawiecki, sul piede di guerra nel vertice dal legame tra i fondi dell'Unione europea e rispetto dello Stato di diritto nella ripartizione prevista dalla Commissione.
L'esecutivo comunitario ha acceso un faro su Ungheria e Polonia perché hanno approvato provvedimenti che vanno contro i principi democratici alla base dell’Unione. Ieri, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha visto in incontri bilaterali sia Orban sia Morawiecki, ma i leader dell’Est si sono dimostrati determinati a lottare fino a quando qualsiasi riferimento sul tema non sarà stato cancellato dalla bozza di accordo.
Il punto sul legame tra aiuti e rispetto dello Stato di diritto trova anche il favore dell'Olanda. Così Orban non ci ha pensato su due volte a cercare di rafforzare le posizioni italiane, nella speranza di mettere sul tavolo della plenaria anche i punti che lo riguardano nella ricerca di una sintesi generale, cercando di uscire dall'angolo.
"Alcuni guidati dall'olandese Rutte - ha spiegato infatti - vorrebbero creare un nuovo meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Se l'intesa non si fa è a causa del leader olandese" Mark Rutte "non a causa mia. E' lui che ha iniziato questa faccenda. L'olandese è il vero responsabile per tutto il caos di ieri" al vertice Ue, ha concluso Orban che ha ricordato anche il match fra Olanda-Italia sull'equilibrio tra ammontare delle sovvenzioni e dei prestiti (500 e 250 miliardi nella proposta originaria di Ursula von der Leyen del 27 maggio) del Recovery Fund.
E poi sul tavolo mette anche un "odio personale" da parte del capo del governo dell'Aia. "Non so per quale motivo personale il premier olandese odi me o l'Ungheria", ha detto Orban. "Ci sta attaccando duramente e ha fatto capire che visto che, a suo avviso, l'Ungheria non rispetta lo Stato di diritto deve essere punita finanziariamente", ha aggiunto, "ma questa è la sua personale opinione e non è accettabile perchè ancora sulla situazione dello Stato di diritto in Ungheria non c'è una decisione" riferendosi alla procedura Ue avviata contro Budapest, in base all'articolo 7. "Prendete una decisione sull'Ungheria il prima possibile", ha continuato Orban, assicurando di essere pronto a fare riforme.
"Non possiamo concordare una clausola molto generale sullo Stato di diritto", è andato subito al punto che lo riguarda da vicino anche il premier polacco Morawiecki entrando nel palazzo Justus Lipsius. "Il meccanismo per collegare gli aiuti Ue allo stato di diritto è uno strumento nelle mani di paesi più forti che possono in qualsiasi momento iniziare a ricattare altri Paesi", ha aggiunto. Insomma, come fatto intendere da Angela Merkel, il puzzle è lontano dal trovare una soluzione.
@andreadeugeni
