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Esteri
Usa, conflitto razziale causato dai pregiudizi e non dalla mancanza di diritti


Un commento ascoltato al telegiornale Sky TG24, fa capire che in Italia non si ha un concetto chiaro sulle difficoltá che la popolazione nera deve affrontare in America.Contrariamente a quanto si creda, una buona parte della popolazione di colore non deve "lottare per i propri diritti", bensí contro la discriminazione causata da pregiudizi.Se i diritti sono oggi uguali, ció che persiste é il fattore discriminazione, nel senso che esistono ancora pregiudizi che, a volte, sono stati causati proprio da leggi intese, se non ad eliminare, almeno a ridurre l'handicap del pregiudizio.Una di queste leggi é "Affermative Action", creata dal presidente John Kennedy giá nel 1961, che, in effetti, imponeva delle quote di persone di colore alle universitá e impieghi pubblici.Ancora oggi, molti americani alla vista, ad esempio, di un pilota d'aereo afro-americano, si chiedono se abbia raggiunto quella posizione in quanto capace o grazie all'Affermative Action.Il problema razziale é fomentato da entrambi le parti in causa: da una parte i bianchi che si risentono dei presunti "prilivegi" di cui beneficiano i neri (tipo Affermative Action), dall'altra i neri si sentono discriminati a causa dei pregiudizi.A volte questi pregiudizi causano tensioni sociali, come nel caso dei poliziotti che fermano automobili guidate da neri e che si rifiutano di obbedire perché pensano la polizia li stia fermando solamente in quanto neri. Il risentimento sfocia poi in confronti violenti.Un altro problema é stato causato dalla cosidetta "political correctness", per la quale anche termini moderati, ma considerati offensivi verso i neri, vengono attaccati da una schiera di influenti politici, accademici e giornalisti (definiti come "political correct police force"), precludendo un dialogo aperto ed onesto, spostandolo "undeground" e quindi rendendolo facile preda di estremisti che lo sfruttano per fare proseliti.Uno dei tanti malintesi riguarda anche le statistiche sulla criminalitá. Ad esempio, si fa notare che negli Usa solo il 13% popolazione é nera, ma che questa rappresenta il 37% della popolazione incarcerata. Non viene peró citato apertamente il fatto che il 40% dei crimini violenti é causato dai neri. Questo fa sí che il dialogo passi underground e fa aumentare la percezione della criminalitá (e quindi la percezione della pericolositá dei neri), mentre invece dal 1993 al 2016 i crimini sono diminuiti del 24%.A livello storico, per stabilire una forma di tolleranza, alcuni osservatori, sfidando la "political correct police force", affermano addirittura che la schiavitú sia stata un modo per portare gli africani nei paesi piú evoluti.Il settimanale "The Economist" definisce "contrafactual" la nozione che, il sacrificio degli schiavi africani abbia contribuito a portare persone di colore negli Usa, che altrimenti sarebbero rimaste in Africa con poche possibilitá di evolversi. Questo fu capito giá nel 1820, quando a molti schiavi fu permesso di tornare in Africa (grazie all'American Colonization Society), ma tanti, specialmente quelli nati in America, preferirono non tornare, nonostante paesi come la Liberia promettessero 10 ettari di terreno ai neri americani che tornavano nel paese.La storia dell'Africa sub-sahariana insegna che, seppur sia un continente ricco di risorse, l'Africa fa tutt'ora fatica ad evolvere. Oggi la migrazione di africani, specialmente verso l'Europa, é volontaria seppur rischiosa e non preclude la schiavitú, manifestata in diverse forme (tra le quali traffico di organi umani e la prostituzione). Infatti, il governo Usa pone 13 paesi africani tra i 23 per i principali crimini per il traffico umano.La lotta per i diritti umani si é spostata oggi da un paese ex schiavista come gli Usa, a paesi dove la schiavitú é una elemento moderno.

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conflitto razziale usa





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