Usa, hacker stranieri violano i dati di 4 mln di dipendenti federali
Un gruppo di hacker stranieri, secondo i media americani stavolta ci sarebbe dietro la Cina, ha violato i dati personali di 4 milioni di dipendenti federali, tra quelli in servizio ed in pensione. L'attivita' sospetta e' stata individuata ad aprile da parte dell'Office of Personnel Management e il ministero per la Sicurezza Interna (Homeland Security) ritiene che si sia conclusa all'inizio di maggio e che i dati dell'agenzia siano stati compromessi. Sulla violazione, l'ennesima di un'agenzia governativa Usa, sta indagando l'Fbi.
Si tratta dell'ultimo attacco in ordine di tempo dopo quello che ha colpito il dipartimento di Stato e la Casa Bianca, arrivando lo scorso novembre a raggiungere - in quel caso si ritiene siano stati hacker russi - l'ufficio del gabinetto di Barack Obama, fino a leggere la corrispondenza non classificata e l'agenda del presidente.
L'ambasciata cinese a Washington, rispondendo alle accuse di essere dietro l'ultima violazione ad opera di hacker dei dati di 4 milioni di dipendenti del governo Usa, ha avvertito che "saltare a conclusioni e fare accuse ipotetiche non e' responsabile ed e' controproducente". Cosi' il portvoce della legazione, Zhu Haiquan, ricordando che Pechino ha fatto grandi sforzi per combattere gli attacchi cibernetici e che rintracciare la fonte di questo genere di attacchi oltre confine e' dificile.