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Esteri
Vaticano e Cina sempre più vicini. "Prossimo step? Le relazioni diplomatiche"

La Cina è sempre più vicina al Vaticano. La lunga manovra di avvicinamento cominciata con l'avvento del pontificato di Bergoglio sembra vicina ad arrivare a compimento. Dopo l'accordo sulla nomina dei vescovi nel 2018 e le recenti aperture reciproche su un possibile viaggio di Papa Francesco in terra cinese, il prossimo passo potrebbe essere quello dell'apertura ufficiale delle relazioni diplomatiche.

Lo sostiene il Global Times, la versione tabloid in lingua inglese del quotidiano ufficiale del Partito Comunista Cinese, che riporta le parole del vescovo Marcelo Sanchez Sorondo, attuale cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, che in una visita a Kunming, capitale della provinca sud occidentale dello Yunnan, ha dichiarato: "Papa Francesco prova amore e fiducia nella Cina e la Cina si fida di Papa Francesco. In questa dinamica, il prossimo passo sarà quello di raggiungere le relazioni diplomatiche".

Secondo il Global Times, si avvicina la possibilità di visite reciproche ai massimi livelli. D'altronde, sul volo di ritorno per Roma dopo il suo viaggio in Thailandia e Giappone, Bergoglio ha espressamente detto che "ama la Cina" e che "gli piacerebbe" visitarla. Non sono passate inosservate le sue parole, molto morbide, su quanto sta accadendo a Hong Kong, nei quali ha richiamato alle proteste contrastate dalle forze dell'ordine anche in altre parti del mondo, compresa la Francia. E nell'ultima udienza generale ha detto: "Oggi nel mondo, in Europa sono tanti i cristiani perseguitati e danno la vita per la loro fede. Sono perseguitati anche con i guanti bianchi, lasciati da parte, emarginati".

La vicenda è seguita con attenzione anche a Taiwan. Il ministero degli Affari Esteri di Taipei sostiene di non temere svolte diplomatiche a breve. Almeno per il momento, il Vaticano ha relazioni ufficiali proprio con Taipei, e non con Pechino. L'eventuale rottura delle relazioni diplomatiche con Taipei potrebbe causare un ulteriore scossone alla lista dei (pochi) paesi rimasti a riconoscere ufficialmente la Repubblica di Cina. Una svolta diplomatica del Vaticano, di gran lunga il più influente dei 15 alleati rimasti a Taipei), potrebbe scatenare un effetto a catena soprattutto nei paesi a larga maggioranza cattolica di America Centrale e America Latina, vale a dire Belize, Guatemala, Haiti, Honduras, Nicaragua e Paraguay e i tre arcipelaghi Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia e Saint Vincent e Grenadine.

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