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Esteri
Vaticano spaccato sulla Cina, cardinale Zen: ‘La fede prevalga sulla politica’

Alla vigilia della visita in Vaticano del Segretario di Stato Americano Mike Pompeo, che ha fortemente criticato la posizione della Chiesa cattolica nei confronti della Cina, l’ex vescovo di Hong Kong, Joseph Zen critica aspramente le linee dettate dal Vaticano ai cattolici cinesi dopo l’intesa con Pechino sulla spinosa questione della nomina dei vescovi. Un’intesa in scadenza, quest’ultima, che Pompeo ha chiesto di non rinnovare e che Zen afferma di non poter giudicare perché dai contenuti tenuti segreti.

Quanto però alle linee guida, il suo giudizio è molto forte. “È un documento in cui il Vaticano incoraggia la gente ad entrare nella Chiesa indipendente, che persino Papa Francesco ha ammesso essere – in una udienza privata – oggettivamente scismatica”, ha dichiarato l’anziano prelato in una intervista al National Catholic Register, “la cosa mi preoccupa molto”.

Nel corso dell’ultimo anno, ha aggiunto, “ho scritto una lettera a tutti i cardinali, senza ricevere molte risposte. Una cosa terribile: la Chiesa clandestina per anni e anni ha sofferto ogni forma di mali solo perché rimasta fedele alla Chiesa Cattolica. Oggi riceve l’invito ad arrendersi”. Silenzio anche dal Papa e dal segretario di Stato Pietro Parolin, aggiunge. Un silenzio che si è protratto – racconta – anche negli ultimi giorni, da quando cioè è arrivato a Roma con una Lettera per il Pontefice, chiedendogli udienza. L’udienza non ha avuto luogo: “Ho consegnato la lettera al suo segretario ed in realtà non posso aspettarmi di essere ricevuto con un preavviso così breve. Sono comunque contento che la lettera gli sia stata consegnata” (l'intervista al Catholic Register è stata pubblicata ieri; ndr).

“Stiamo aspettando un nuovo vescovo, a Hong Kong”, ha raccontato ancora al Catholic Register, “lo aspettiamo da quasi due anni. La mia intenzione è quella di ricordare al Santo Padre che abbiamo assoluto bisogno di un pastore che sappia reggere il gregge”. Eppure Bergoglio “all’inizio del suo pontificato si raccomandava spesso che ‘un vescovo deve essere così, deve operare in questo modo...’. Insomma, spero che tenga a mente tutto ciò e ci invii un buon vescovo senza dar troppa importanza all’aspetto politico del problema”.

“Magari io sono uno che si preoccupa troppo, il Papa lo sa ma ugualmente ritengo che non gli faccia male ascoltare la voce di un vecchio che è anche stato vescovo di Hong Kong. Anche un Papa talvolta può aver bisogno di un incoraggiamento dal popolo”.

Il segretario di Stato americano, secondo Zen, è un credente convinto” che nel suo articolo recente su First Things, in cui criticava le aperture vaticane a Pechino, “si è fortemente esposto per la difesa della libertà religiosa di ognuno, specialmente in Cina. Spero che possa ottenere qualche cosa perché una vera libertà religiosa è qualcosa di importante. Bene che Pompeo giri il mondo predicando questo verbo e spero che a Roma riceva una buona accoglienza”.

Alla domanda se Pompeo dovrebbe ricevere risposte esaurienti sulla questione dell’iscrizione ad una anagrafe civile dei membri del clero cinese, Zen risponde che il provvedimento “è molto più importante e molto più devastante dell’accordo in sé, perché va a toccare la questione della nomina dei vescovi”. I due titolari di diocesi nominati nel corso degli ultimi tempi non significano nulla, in termini concreti, dal momento che si trattava di nomine già concordate.

Soprattutto, alla luce di quanto sta avvenendo ad Hong Kong, tanto Papa Francesco quanto il cardinal Tagle, il porporato filippino da lui voluto alla guida della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, dovrebbero ricordare che talvolta è necessario “lasciar da parte le considerazioni politiche” per difendere la fede.

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