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Esteri
Venezuela. Il ‘virus’ di Nicolas Maduro sparge violenza contro Juan Guaidò

‘Guaidò minacciato da un uomo armato di pistola a meno di cinquanta metri e la sua auto colpita da colpi di arma da fuoco’ è il risultato di  una crescente diffusione di violenze e minacce dirette e indirette che il regime di Nicolas Maduro sta portando avanti contro il capo dell’opposizione e Presidente ad interim, riconosciuto a livello internazionale.

Juan Guaidò, questo sabato, si trovava nello Stato Lara per invitare i suoi a far ripartire la pressione contro il regime nella mobilitazione del prossimo 10 marzo. La folla di 2000 sostenitori è stata attaccata da gruppi armati incappucciati e dalla Faes, membri della Polizia Nazionale, che hanno ferito 5 persone tra cui un ragazzo di 16 anni in maniera grave alla gamba.

Continuano le violenze contro Juan Guaido, giovane eroe venezuelano

La manifestazione è stata inoltre attaccata anche con il  lancio di bottiglie e pietre.

Nel comunicato successivo diffuso dal team di Guaidò si accusava apertamente il numero due del chavismo, Diosdado Cabello per aver istigato atti di violenza e di delinquenza come quello accaduto a Lara.

L’atto di violenza è solo l’ultimo di una lunga catena di attacchi a tutto quello che circonda Guaido’: dai blocchi militari per impedirne l’accesso al Palazzo Legislativo, al raid nel suo ufficio di Caracas, alla detenzione in carcere dello zio Juan Josè Marquez, all’attacco ai giornalisti che seguivano l’arrivo di Guaidò dall’estero, fino alla Compagnia aerea portoghese (TAP) rea di aver trasportato il leader di ritorno dal suo tour internazionale. Tour internazionale in diversi Paesi europei ( evitando attentamente l’Italia) e terminato negli Stati Uniti con la standing ovation di tutto il Senato nel corso del discorso alla Nazione del Presidente.

Anche se Maduro non nasconde le minacce dirette al suo oppositore ‘ E’ un traditore,non so quando ma prima o poi sarà condotto in carcere’ sa perfettamente che il giovane leader è praticamente un intoccabile sotto la protezione diretta del Presidente degli Stati Uniti. In più occasioni infatti il Segretario di Stato, Mike Pompeo, e lo stesso Trump hanno minacciato il dittatore Maduro di azioni molto forti se fosse successo qualcosa al leader Guaidò.

Continuano le violenze contro Juan Guaidò, giovane eroe venezuelano

Dopo un giorno dall’ennesimo fatto criminale finalmente l’Unione Europea, la Spagna e l’OEA hanno denunciato i fatti di violenza ‘ Atti di questo tipo contro l’opposizione, l’Assemblea Nazionale, eletta democraticamente, e i suoi membri sono inaccettabili e ostacolano una volta di più gli sforzi verso una soluzione politica della crisi’. Il comunicato EU continua sostenendo che ‘ le forze di sicurezza hanno l’obbligo di prevenire la violenza contro i manifestanti e disponibili ad appoggiare una soluzione pacifica della crisi venezuelana basta su elezioni credibili e trasparenti’

Dello stesso tono le dichiarazioni del Governo spagnolo che si augura che ‘tutti gli attori coinvolti evitino di fare dichiarazioni che incitino al ripetersi di questi atti e permettano invece ai cittadini venezuelani di esprimere il loro diritto democratico di manifestare in modo pacifico’.

Due dichiarazioni politicamente corrette ma che appaiono troppo leggere in quanto non mettono alla luce il fatto più grave ed importante, cioè quello che la Polizia e i corpi armati sono saldamente nelle mani di Maduro. Fino a quando Polizia, Esercito e forze indipendenti non si staccheranno dal dittatore, difficile perché legate dal denaro, i venezuelani mai potranno uscire dalla dittatura se non con qualcosa di molto vicino ad una rivolta armata.

 

Dal canto suo Guaidò ha risposto sui social dicendo che’ vedere la dittatura attaccare la nostra gente né mi spaventa né ci spaventa. Già sapevo i pericoli che avrei corso ma quando c’è un ragazzo di 16 anni ferito gravemente, quando reclama solo il suo diritto alla libertà questo è un fatto che non può’ essere perdonato’.

E la guerra continua in Venezuela, vaso di coccio tra due vasi di ferro come Stati Uniti e Unione Sovietica

 

 

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