Zimbabwe, Mugabe resta presidente
Lo Zanu-Pf, il partito del presidente Robert Mugabe, ha conquistato una nettissima maggioranza assicurandosi due terzi dei seggi dell'Assemblea nazionale, il Parlamento dello Zimbabwe. L'89enne capo di Stato dello Zimbabwe, alla guida del Paese dal 1987 e al suo settimo mandato, ha vinto le elezioni presidenziali del 31 luglio scorso con il 60,87% dei voti. In base ai risultati ufficiali delle elezioni, Mugabe si è assicurato la possibilità di cambiare la Costituzione.
Al partito del presidente sono andati 150 dei 210 seggi dell'Assemblea, secondo quanto riferito dalla Commissione elettorale. Venerdì gli osservatori dell'Unione africana avevano comunicato che le elezioni sono state regolari e non viziate da brogli.
Ma l'opposizione non ci sta. Secondo i risultati ufficiali diffusi dalla stessa Commissione, il suo rivale, leader del Movimento per il cambiamento democratico, Morgan Tsvangirai, si è fermato al 34% delle preferenze. Tsvangirai ha però rigettato totalmente i risultati e affermato che contesterà davanti alla giustizia il risultato elettorale. Tsvangirai inoltre ha comunicato che boicotterà le nuove istituzioni e non vi prenderà parte, secondo quanto dice ci sono prove dimostrabili che il suo partito è il vero vincitore. "Nel Paese c'è un lutto nazionale. Andremo davanti ai giudici" ha detto, "abbiamo le prove della vittoria".
L'unione europea ha espresso preoccupazione per le notizie relative a delle "presunte irregolarità" e alla "mancanza di trasparenza" alle elezioni svoltesi mercoledì in zimbabwe, che hanno dato vincitore il presidente uscente Robert Mugabe.
L'unione europea è preoccupata. In un comunicato l'alta rappresentante per la politica estera dell'Ue, Catherine Ashton ha dichiarato: "L'unione europea esprime preoccupazione per le presunte irregolarità e la partecipazione incompleta allo scrutinio, oltre che per delle debolezze emerse nel processo elettorale e per la mancanza di trasparenza".