Food
Chef, ambiente, vini: l'Acanto cala tre assi, ma c'è anche il quarto

Primo: uno chef che conosce le materie prime e le apprezza, valorizzandole con la precisione delle cotture e i giusti accostamenti di sapori.
Secondo: un luogo dove la professionalità della sala e la competenza della sommelier ti fanno sentire che qualcuno si sta prendendo cura di te, anzi ti coccola.
Terzo: un produttore di vino che da generazioni cura il senso di offrire gioia a chi ama un buon calice, tanto da chiamare uno dei suoi vini, anzi l'unico con un nome di fantasia, "Sorriso".
Sono i tre assi del Ristorante Acanto, la tavola Gourmet, dell'hotel Principe di Savoia, e si chiamano Alessandro Buffolini, lo chef, Mara Vicelli, la Sommelier e Alessandra Veronesi direttore del ristorante. Paolo Scavino, l'azienda che nel cuore del Barolo produce i suoi vini è presente con Riccardo Sgarra che della cantina piemontese è l"Ambassador.
Il quarto asso è la brigata di cucina che dall'amouse bouche alla piccola pasticceria lavora con elasticità, affiatamento e bella mano concedendosi allo sguardo degli ospiti attraverso la grande vetrata della cucina a vista.
Le origini campane di Buffolini si sentono non solo nella cadenza, ma anche nei profumi della cucina, nell'uso delle erbe mediterranee, nella croccantezza della cottura delle verdure.
Gli "asparagi bianchi e verdi con scaglie di parmigiano reggiano Vacche Rosse e salsa olandese" sono proprio così, pieni di sapore per la cottura tenuta un po' indietro e capaci di reggere la rotondità della salsa.
Inusuale la rilettura del risotto allo zafferano cui lo chef aggiunge dadoni di stracotto di manzo e salsa al parmigiano. Un piatto pieno, giustamente cremoso nei sapori e nella consistenza. Lo stracotto si scioglie in bocca. Come deve essere.
A seguire suggerisco "Scamone di agnello in crosta d'erbe (quei profumi mediterranei di cui dicevo) cous cous, patate e jus al Pernod.
Cottura della carne da manuale ben accostata ai contorni. Per me le patate meglio del cous cous.
Dessert buono e bello la "Mousse al cioccolato bianco con mango, vaniglia e frutto della passione" piacevole accostamento di cremosità bianca e acidità della frutta e del gelato al passion fruit di cui ho fatto il bis...
Capitolo vini: una carta che non si spaventa di essere aperta in un 5 stelle lusso e ben ne regge la responsabilità. Se volete rifarvi gli occhi potete leggere di grandiose, sontuose, celeberrime bottiglie francesi e se ne avete le capacità fatevele aprire e varrà la pena gustare i "Grand Cru Classe" Latour, Margaux, Lafite, Mouton...
Nel caso siate comuni mortali non disperate, troverete una intelligente declinazione di vini italiani capace di dare gioia al palato.
Noi abbiamo degustato i vini dell'azienda Paolo Scavino iniziando dal Langhe DOC Sorriso 2015, Chardonnay, Sauvignon e Viogner, con una bella intensa mineralità, un bianco che sa anche invecchiare.
E poi Il Langhe Nebbiolo DOC 2013, giovane e forte, seguito da una verticale di Barolo: con il Bricco Ambrogio 2012, il Bric del Fiasc 2012 anch'esso, per chiudere con Bric del Fiasc 2005 in Magnum: spettacolo.
Un difetto? bisogna pensarci un attimo, ma eccolo: un impiattamento migliorabile.