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Cibus: tutto pronto per il via con dati positivi del settore
Cibus: tutto pronto per il via con dati positivi del settore

di Michele Pizzillo

L’agroalimentare tiene, nonostante la crisi. E, nonostante che il 2016 non è iniziato nel migliore dei modi visto che nel mese di gennaio la produzione alimentare ha registrato un -0,6%. Mentre il fatturato 2015, per il terzo anno consecutivo, è rimasto sulla soglia di 132 miliardi di euro (+ 55 miliardi stimati per l’agro-zootecnico). Non è una situazione di cui stare allegri, diciamolo francamente, però non si può non sottolineare il vistoso vantaggio evidenziato dalla produzione alimentare che sul lungo periodo perde solo 3,3 punti percentuali, rispetto ai 23,1 punti che ha ceduto nel 2015 il sistema industriale italiano. Poi c’è il boom dell’export verso gli Stati Uniti (+ 19,5%) che compensa la caduta sul mercato russo (-33,2%) per effetto dell’embargo. Cresce anche l’export verso mercati emergenti come l’Arabia Saudita (+38,7%), Emirati Arabi Uniti (+28,9%), Cina (+23,8%), Tailandia (+21,4%) e tra il 10 e il 20 per cento Bulgaria e Ungheria, Hong Kong e Sud Africa, Israele e Romania.

Sono solo alcuni dei dati che abbiamo estrapolati da quelli che Federalimentare ha preparato in vista di Cibus, il salone internazionale dell’alimentazione organizzato da Fiere di Parma e l’associazione che raggruppa gli industriali del settore alimentare, in programma a Parma dal 9 al 12 maggio, presentato a Milano dal presidente e dal ceo di Fiere di Parma Gian Domenico Auricchio e Antonio Cellie e dal presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia. Occasione, anche, per evidenziare che la manifestazione della città Ducale si sta affermando come piattaforma permanente del food made in Italy. Tant’è vero che l’edizione di quest’anno si presenta con numeri da record: 3 mila espositori su un’area di 130mila metri quadri, 70mila visitatori attesi, di cui 15mila dall’estero, fra questi 2.000 top buyer di ogni continente. E, in concomitanza con la manifestazione fieristica, due appuntamenti imperdibili per il settore: l’assemblea annuale di Federalimentare e il “World Food Research and Innovation Forum” promosso dalla Regione Emilia-Romagna.

Antonio Cellie, Luigi Scordamaglia, Gian Domenico Auricchio, Elda Ghiretti
 

A questo punto non si può non evidenziare che a Parma ci sarà tutto quello che di buono produce l’Italia; senza sottovalutare il buono che presenteranno i paesi esteri, visto che la presenza straniera è molto interessante per la Fiera di Parma. “Grazie  alla continua crescita di Cibus -  dice Gian Domenico Auricchio, presidente dell’ente fieristico -  per il volume d’affari che genera, per notorietà internazionale ed anche per i  numeri: gli espositori aumentano dell’11% rispetto alla precedente edizione e i metri quadrati lordi d’esposizione dell’8%. Inoltre, è stato rimontato il padiglione CIBUSèITALIA che per sei mesi è stato il punto di riferimento dell’agroalimentare italiano all’esposizione universale di Milano”.

La presentazione di Cibus è anche l’occasione per fare qualche riflessione sul comparto alimentare italiano, sull’andamento dei consumi, sui flussi verso l’estero. Un comparto che nel 2015 ha raggiunto i 37 miliardi di euro di fatturato, facendo ben sperare di poter raggiungere i 50 miliardi di giro d’affari entro il 2020, così come ha programmato il Governo. "In termini qualitativi, di valore aggiunto e conseguentemente di prezzi riconosciuti ai nostri prodotti sui mercati internazionali, l'esportazione agroalimentare italiana non ha concorrenti – sostiene Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare –. 
Il traguardo di 50 miliardi di euro a fine decennio garantirebbe un aumento degli occupati diretti e indiretti di circa
100.000 unità e permetterebbe al made in Italy alimentare di entrare nella leadership europea colmando in parte il gap con gli altri Paesi. Con un 67% di aumento dell'export l'anno, l'obiettivo è alla nostra portata. Oggi la sfida è quella di trasformare quei progetti capaci di creare occupazione e ricchezza, in investimenti e in risultati in termini di esportazione del food and beverage italiano per consolidare un trend di crescita positivo. E se Expo ha consacrato nel mondo il modello alimentare italiano come modello di riferimento internazionale, quest'edizione record di Cibus sarà l’occasione per ribadirlo. Stiamo già guardando oltre, per rafforzare in futuro la presenza internazionale di questa manifestazione con modalità che diano sempre più servizi e vantaggi competitivi alle aziende italiane che promuovono i loro prodotti nel mondo".

“In quest’ottica va vista l’evoluzione di Cibus che da fiera leader di settore sta diventando piattaforma permanente di conoscenza e promozione per sostenere l’export agroalimentare italiano -  aggiunge il ceo di Fiere di Parma, Antonio Cellie -. Cibus 2016 è il traguardo di anni di lavoro durante i quali abbiamo accompagnato le imprese alimentari italiane nelle più importanti fiere internazionali di settore e incontri con i buyer esteri nel Cibus Market Check, da Mosca a New York, da San Paolo a Shanghai. Con le 3mila aziende italiane espositrici, daremo al mondo una rappresentazione straordinaria del nostro patrimonio di competenze lungo tutte le filiere. Dimostrando anche di saper crescere, cambiare e innovare”. E, secondo Cellie, c’è qualcuno che sta pensando di imitare quello che sta facendo Cibus: presidiare tutti i settori merceologici. Tant’è vero che a Parma ci saranno novità come la sezione dedicata ai prodotti freschi e freschissimi, all'ittico e ai prodotti certificati Halal e Kosher. Da record anche le centinaia di innovazioni di prodotto  che saranno presentate alla fiera, a testimonianza di un grande dinamismo delle aziende italiane che puntano a conquistare nuove spazi sui mercati esteri. Crescono i prodotti biologici, gluten free e vegani come pure il ricorso a packaging più rispettosi dell’ambiente nonché l’organizzazione, evidenzia Elda Ghiretti, Cibus brand manager, di centinaia di show cooking e degustazioni, oltre a workshop e a 25 convegni di respiro internazionale che interessano anche il mondo del retail. 

Mentre al centro dei lavori del World Food Research and Innovation Forum, organizzato dalla Regione EmiliaRomagna con il patrocinio della Comunità Europea, in collaborazione con Cibus e Federalimentare, ci saranno le sfide per l’alimentazione del pianeta, la legacy di Expo Milano 2015 e la Carta di Milano, l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli impegni assunti dalla comunità internazionale per vincere le sfide sul cambiamento climatico.

 

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