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Green
Ambiente ed economia circolare, l'industria conciaria di Solofra vede green

L’industria conciaria di Solofra sarà orientata verso il green. E’ operativo il tavolo di lavoro per la tutela e la salvaguardia ambientale Distretto conciario della Campania. L’iniziativa è resa concreta grazie all’accordo firmato nel settembre dello scorso anno fra la Stazione Sperimentale Pelli (Ssip) e il Distretto dell’Appennino Meridionale. 

Azioni, metodologie, obiettivi e tempi delle attività di lavoro sono ora ben scanditi nel programma tecnico-economico-operativo-temporale (Teot), previsto dall’intesa firmata tra i due enti.

L'Autorità̀ di Bacino Distrettuale e la Stazione Industria Pelli hanno predisposto d’intesa le azioni finalizzate alla tutela e alla salvaguardia ambientale, Nell’ambito della pianificazione, programmazione e gestione il Distretto ha individuato nel Bacino del Sarno un’area pilota sulla quale sperimentare, attraverso un approccio tecnico-scientifico e gestionale innovativo, il governo delle risorse nell'ottica della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. La parte più̀ a nord del bacino Sarno è caratterizzata dalla presenza del distretto conciario di Montoro-Solofra che rappresenta circa il 14% delle attività̀ manifatturiere dell'intera area, con più̀ di 100 aziende addette alla preparazione e alla concia del cuoio, fabbricazione di pelletteria. Ed è in questo distretto e specifico ambito territoriale che saranno attuate le azioni del programma Teot. Un piano che intende essere un progetto pilota per il territorio replicabile in altre aree e contesti. 

Il Teot rappresenta lo strumento per il raggiungimento degli obiettivi dell’intesa fra Stazione Pelli e Distretto dell’Appennino Meridionale, che prevede fra l’altro verifiche in termini di impatto ambientale sullo stato degli impianti e dei processi produttivi delle aziende del settore conciario che operano nell’area dei corpi idrici del Bacino del Fiume Sarno, ma anche la mappatura e schedatura degli impianti, la predisposizione di misure di un processo di  attestazione ambientale da erogare a favore delle imprese che operano nel sano e sostenibile  sviluppo del territorio. L’ obiettivo è di sviluppare un’ azione in linea con il “Green Deal” europeo, avviando i processi di “transizione verde” prioritari nel Recovery plan, mediante un’azione di progettazione partecipata che con il contributo della Pa, della comunità scientifica, del mondo industriale e del sistema della ricerca favorisca il passaggio dall’economia lineare a quella circolare.

Il programma delle attività è in continua evoluzione perché oggetto costante di monitoraggio, assestamenti e/o rimodulazioni per il raggiungimento degli obiettivi prefissati ed il successivo mantenimento degli standard di qualità̀ ambientale, sociale e produttiva. La configurazione delle attività̀ e la loro evoluzione consentirà̀, laddove necessario, possibili azioni di sistema da mettere in campo anche mediante il supporto delle Istituzioni regionali, e nazionali interessate (Mise, Miur, Mattm, Regione Campania) volte a migliorare il rapporto tra i sistemi industriali e il territorio e a sperimentare soluzioni innovative per lo sviluppo dei Distretti industriali “green oriented”.

“L’azione che abbiamo pianificato d’intesa con la Stazione Sperimentale Pelli focalizza l’attenzione su temi e questioni ambientali ma non solo, perché teniamo conto delle risorse naturali (acque e suolo) del loro uso, delle problematiche (frane, alluvioni, inquinamento, disordine territoriale) e soprattutto attenzionando le eccellenze naturali , antropiche, produttive Molteplici fattori come il suolo, il ciclo delle acque, gli alluvioni, il disordine territoriale”,  spiega Vera Corbelli, segretario del Distretto dell’Appennino Meridionale. “Stiamo costruendo una piattaforma per sviluppare azioni per dare, anche,  risposte a tutti gli attori coinvolti nei processi di gestione e tutela ambientale, nel rispetto di quel necessario equilibrio “offerta territoriale/domanda ed sociale ed economica. Importante, altresì, sarà l’azione di informazione e divulgazione volta alla più ampia partecipazione delle imprese, delle amministrazioni, delle associazioni e dei cittadini”. 

“Siamo di fronte ad una occasione straordinaria”, commenta a sua volta Edoardo Imperiale, direttore generale della Stazione Sperimentale Pelli. “Il lavoro che abbiamo pianificato a valle dell’intesa con il Distretto dell’Appennino Meridionale rappresenta una grande opportunità per il territorio e per gli attori che operano e lavorano nel rispetto della tutela dell’ambiente. Abbiamo la volontà, la conoscenza scientifica e gli strumenti necessari per segnare il cambiamento e per inaugurare un ciclo nuovo nelle relazioni tra gli attori pubblici e privati che insieme operano per uno stesso importante obiettivo”.

Oltre al team tecnico-scientifico della Ssip, fanno parte del gruppo di lavoro l’ingegnere Nicola Andreanini, responsabile dell’impianto di depurazione Aquarno e dell’impianto Ecoespanso, Aldo Gliozzi, direttore dell’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno, che con la loro esperienza portano un forte contributo rappresentando il modello toscano e Fabio Montagnaro, ordinario di Impianti chimici presso l’Università Federico II di Napoli, che insieme all’ingegnere Daniela Caracciolo della Stazione Sperimentale, stanno coordinando un’attività di ricerca con focus il  trattamento e la valorizzazione di fanghi derivanti dall’industria conciaria, tal quali o parzialmente pre-essiccati, mirando alla riduzione del volume smaltito e al loro reimpiego come fonte energetica, con evidenti vantaggi sul piano sia ambientale che economico. L’obiettivo generale è l’inserimento di fanghi da lavorazioni conciarie in cicli virtuosi di valorizzazione, così come già dimostrato per altri rifiuti/sottoprodotti di natura biogenica o industriale, quali ad es. fanghi da depurazione civile, frazioni organiche da rifiuti solidi urbani, residui da demolizione autovetture.

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