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Clima, Berlino accelera sui target: obiettivo del -65% di emissioni al 2030

La Germania brucia i tempi sulla riforma della legge sul clima: -80% di emissioni al 2040, anticipo di cinque anni della neutralità climatica al 2045

La Germania brucia i tempi sulla riforma della legge sul clima. Spinto dalla sentenza di pochi giorni fa della Corte costituzionale – che per la prima volta definisce la carente difesa dell’ambiente una minaccia per la libertà delle future generazioni – il governo di Angela Merkel ha annunciato la presentazione dei punti cardine di una nuova normativa che accelera decisamente i tempi dell’abbassamento delle emissioni di gas serra: il pacchetto prevede entro il 2030 una riduzione del 65% di Co2 rispetto al 1990, e dell’80% entro il 2040, mentre anticipa l’obiettivo del raggiungimento della “neutralità climatica” al 2045, cinque anni prima rispetto al 2050 precedentemente indicato. 

L’annuncio arriva direttamente dai ministri all’Ambiente e alle Finanze, Svenja Schulze e Olaf Scholz, che hanno assicurato che “sulla questione c’è l’intesa all’interno del governo”. Non solo. La prossima settimana la nuova legge sarà già discussa dall’esecutivo. “E si tratta di una normativa ambiziosa, ma assolutamente realizzabile”, ha aggiunto Scholz, che è anche il candidato alla cancelleria dei socialdemocratici. E’ poi intervenuta la stessa Merkel, ad una riunione del gruppo parlamentare Cdu/Csu: “Faremo di tutto per arrivare già nel 2045 all’obiettivo della neutralità climatica”.   

Come rivelato dalla Sueddeutsche Zeitung, all’interno del governo vi è stata da subito una sostanziale unità sul fatto di anticipare l’obiettivo della riduzione del 65% al 2030, il che implica che la Repubblica federale dovrà ridurre alla fine di questo decennio 125 milioni di tonnellate di biossido di carbonio meno di quanto finora programmato. Era solo lunedì scorso che i giudici costituzionali di Karlsruhe avevano stabilito che l’attuale legge per la difesa del clima lasciasse “troppi pesi” alle future generazioni: tradotto, dal 2030 la lotta contro il riscaldamento terrestre sarebbe in tale ritardo da rappresentare un gravoso limite alle libertà di chi vivrà nei prossimi decenni. Sebbene la Corte costituzionale avesse dato tempo fino al 2022 per aggiustare la legislazione in materia, i partiti della Grosse Koalition hanno deciso di premere sull’acceleratore. Questo, si suppone, anche in considerazione della campagna elettorale in atto, con i Verdi in pieno boom di consensi.     

A quanto scrive la Welt, è stata la stessa cancelliera a spingere i colleghi a stringere i tempi. In una videoconferenza della Cdu/Csu, Merkel aveva detto che “il tema non sarà messo in banchina d’attesa” assicurando che il governo avrebbe aperto il dossier nei prossimi giorni. “Reagire durante questa legislatura al verdetto di Karlsruhe è qualcosa che ci fa bene”, avrebbe detto l’ex ‘ragazza dell’est’ alla riunione, ribadendo che “la difesa del clima è una questione di giustizia generazionale”.

Ovviamente, a parte gli obiettivi finali, ci sono ancora diversi dettagli controversi all’interno della compagine governativa. Per esempio su come fare a ridurre annualmente le emissioni nei singoli settori, vedi alla voce industria, nel traffico, nel comparto immobiliare: se in un dato ambito si manca di raggiungere l’obiettivo fissato, dovranno tempestivamente entrare in azione i ministeri competenti. Tuttavia, scrive la Sueddeutsche Zeitung, ancora “non è chiaro” come queste manovre di raggiungimento della “neutralità climatica” impatteranno sui rispettivi bilanci.     

L’altro tema in discussione tra gli alleati della GroKo (Cdu/Csu ed Spd) è se aumentare o meno la “tassa Co2” - attualmente 25 euro per tonnellata di biossido di carbonio - già a partire dal 2022: l’idea sarebbe quella di renderebbe le bollette per il riscaldamento nonché la benzina più care, incoraggiando le persone ad una maggiore parsimonia energetica, ma i socialdemocratici temono che una tale mossa finisca per gravare sulle fasce di popolazione più svantaggiate socialmente. Anche sullo sviluppo delle energie rinnovabili le posizioni sarebbero ancora distanti, con la Spd a spingere sull’acceleratore, ma finora senza troppa fortuna.

Non a caso è il tema sul quale oggi hanno insistito Scholz e Schulze: “Tutta la nostra futura competitività economica dipende dalla disponibilità dell’energia rinnovabile”, ha ribadito il ministro alle Finanze. La questione di come arrivarci “è la prima alla quale dobbiamo rispondere”, così Scholz, e “riguarda sia l’eolico che i pannelli solari sui tetti del nostro Paese”.   L’accelerazione sulla legge climatica “risponde alle richieste fondamentali della Corte costituzionale”, assicura da parte sua il portavoce della cancelliera. Quello a cui punta il governo tedesco, afferma Steffen Seibert, “è una difesa del clima che porti al raggiungimento degli obiettivi posti dall’accordo di Parigi”.