«La simbiosi industriale richiede ancora molto lavoro», afferma Marco Conte, Vicesegretario Generale dell’area economia circolare e ambiente di Unioncamere.
La simbiosi industriale riduce la produzione di rifiuti e massimizza l’impiego efficiente dei materiali di recupero, ma per i sottoprodotti non è ancora il momento della notorietà sul mercato.
È il quadro emerso al workshop dedicato alla simbiosi industriale, in collaborazione con il Symbiosis Users Network, svoltosi oggi a Ecomondo Digital Edition, il salone di Italian Exhibition Group in corso sino al 15 novembre online con oltre 140 eventi in streaming.
Il punto cruciale condiviso da stakeholder e ricercatori è la necessità di implementare la rete d’incontro tra le aziende, ancora molto di nicchia. Secondo Marco Ravazzolo, responsabile delle politiche ambientali di Confindustria, «la rete d’impresa ha come oggetto l’aumento della competitività e dell’innovazione e consente di lavorare sulla dimensione di filiera, ipotizzando anche relazioni interessanti oltre l’ambito territoriale, guardando a livello transnazionale».
Il prossimo passo per il sistema industriale è dare alle imprese tutte le possibilità per sfruttare al massimo questo business model, senza dimenticare l’importanza della divulgazione delle informazioni dei sottoprodotti nel territorio che potrebbe essere affidata a una piattaforma digitale dedicata, come ha auspicato Conte.
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