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Energia green, Berlino accelera. Sma Italia: “Italia indietro, solare svolta"
Valerio Natalizia, AD di Sma Italia 

Energia: l'ok di Berlino sui nuovi obiettivi verdi 

Martedì 22 dicembre il Bundestag ha approvato l’emendamento EEG (Erneuerbare Energien Gesetz ) 2021, ovvero la legge sulle fonti rinnovabili della Germania, dopo le riforme attuate nel 2014 e nel 2016. Dal 1° gennaio 2021 entra in vigore l’attesa modifica dagli scopi ben chiari: "Raggiungere le zero emissioni nette entro la metà del secolo e garantire, prima del 2050, che tutta l’elettricità generata o consumata nel territorio della Repubblica di Germania sia ottenuta in modo neutro rispetto ai gas a effetto serra”.

Clausola che implica il rispetto delle regole sia per l’energia elettrica made in Germany che per quella importata. Questo emendamento EEG 2021, precisa il Governo tedesco, “sta inviando un chiaro segnale. Per la prima volta, fissiamo legalmente l’obiettivo delle zero emissioni nella fornitura elettrica prima del 2050. Allo stesso tempo, stiamo definendo i passaggi necessari per raggiungere il 65% di energie rinnovabili entro il 2030″. 

Rinnovabili in grado di giocare un ruolo fondamentale nei prossimi asset energetici futuri. Per il fotovoltaico la legge prevede il raggiungimento di quota 100 GW (dai circa 52 GW di oggi), per l’eolico a terra i 71 GW (55 GW attuali), per la biomassa 8,4 GW e per l'eolico offshore i 20 GW. Inoltre: "Il nuovo EEG 2021 crea anche gli strumenti per poter apportare modifiche con breve preavviso in qualsiasi momento se emergono ostacoli”.

Energia: l'intervista a Valerio Natalizia, AD di Sma Italia 

Affaritaliani.it ha intervistato Valerio Natalizia, Amministratore Delegato di Sma Italia, azienda leader nel campo degli inverter fotovoltaici, dei sistemi energetici integrati e dei relativi sistemi di accumulo, che illustra l’approccio aziendale alle fonti rinnovabili e delinea il quadro energetico anche in campo internazionale, fornendo un bilancio globale soprattutto nel campo del solare. 

Oltre confine, ma sempre in Europa, vediamo che la vicina Germania accelera sul green. Il Parlamento tedesco ha approvato con 357 voti a favore e 260 contrari la riforma EGG (Erneuerbare Energien Gesetz) proposta dal ministro dell’Energia Peter Altmaier, che prenderà il via il primo gennaio 2021. Nel dettaglio la riforma punta a quasi raddoppiare la potenza totale installata nel fotovoltaico: da 52 GW a 100 GW nel 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo. Come si pone Sma Italia nei confronti di questa “accelerazione” del governo tedesco?

“Sinceramente un po’ con invidia. Questo provvedimento mostra ancora una volta la volontà tedesca di continuare a coniugare la crescita economica e lo sviluppo sostenibile, innalzando ulteriormente degli obiettivi già molto sfidanti e ambiziosi nei confronti delle rinnovabili e del fotovoltaico. Ed è normale che sia così perché alla fine questa tecnologia è affidabile e ha un impatto limitato.

Interessante è notare anche come la Germania punti sul fotovoltaico nelle varie forme, senza privilegiare un settore piuttosto che un altro. Per esempio, gli impianti di grossa taglia vengono inclusi nel piano, attraverso un meccanismo di asta che prevede un’incentivazione di una contingente tra i 500 e gli 850 MW all’anno di progetti innovativi, dove all’interno ci saranno impianti fotovoltaici galleggianti, impianti legati all’agricoltura e molto altro. Si tratta di una serie di sperimentazioni volte a incentivare tutti i settori vicini al fotovoltaico. Si spinge poi sul concetto di autoconsumo, indipendenza energetica, mobilità elettrica, insomma tutto quello che si collega al fotovoltaico in maniera più allargata.

Noi, in quanto Sma Italia, vediamo quindi con estrema positività questa novità, avendo anche la nostra casa madre in Germania. Per il gruppo è sicuramente una notizia positiva. Dall’Italia però, come detto all’inizio, un po’ di invidia non manca. Perché tutto questo è qualcosa a cui, come Paese, non riusciamo ancora ad arrivare. Fermi da diversi anni, siamo un po’ il fanalino di coda in Europa per le nuove installazioni di fotovoltaico. Ma non solo rispetto alla Germania. Siamo dietro anche a Francia, Spagna e Polonia”.

Misure per raggiungere gli obiettivi europei, semplificazione delle procedure, mobilità sostenibile, incentivi auto e bonus green come per l’elettrico, sono solo alcune delle voci che hanno trovato posto nella Manovra di bilancio 2021. Ma si parla anche di Fondo per il Green New Deal, con circa 4,24 miliardi per il periodo 2020-2023 e di Fondo per il rilancio degli investimenti per lo sviluppo sostenibile e infrastrutturale dei Comuni, con 4 miliardi dal 2025 al 2034. Quali sono secondo Sma Italia i passi necessari per il sostegno alle rinnovabili?

“Bisogna fare qualcosa, che fino a questo momento non è stato ancora fatto. Innanzitutto, semplificare i provvedimenti per far partire oggi, e non tra dieci anni, le rinnovabili in Italia. Il fotovoltaico rappresenta la via più semplice per tale avvio: installazione veloce, affidabilità tecnologica, grande potenza energetica. La semplificazione non deve riguardare solo gli impianti residenziali, bensì anche quelli più grandi. Una delle necessità di qualsiasi mercato, come anche il nostro, è l’assicurazione di stabilità e regole semplici”.

Qualche esempio di tentativo in questa direzione?

“Il superbonus ad esempio è, a livello teorico, un provvedimento molto importante per il nostro settore. Per il fotovoltaico può davvero rappresentare un volano della crescita. Ma i dati dei primi mesi indicano che c’è proprio una complessità delle procedure che non porta a quella accelerazione sperata. Questo mette in risalto che spesso in Italia le regole sono molte complesse: c’è una legge che idealmente va nella direzione giusta, ma poi nel concreto è complessa, tanto da scoraggiare il privato cittadino a intraprendere una nuova strada. In questo caso si è persa la possibilità di prorogare il provvedimento almeno fino al 2023, causando così complessità nella complessità. E di riflesso sempre meno stabilità. O ancora il provvedimento per coinvolgere le autorità locali (regioni, province, comuni). Molto spesso gli impianti di grossa taglia vengono bloccati, a causa di proteste locali e di una non omogeneità nelle autorizzazioni e nelle procedure”.

È giunta l’ora di un cambio di passo?

“È arrivato il momento di pensare alla transizione energetica come possibilità di sviluppo per il Paese, non solo come una reazione a degli “obblighi”, imposti ad esempio dall’Unione europea. Il nostro mercato nazionale dovrebbe avere un valore compreso tra i 3 e i 4 GW di installazioni all’anno, la Germania oggi installa circa 5GW, noi siamo a 0,8. Avremo ancora un anno con installazioni “scarse” rispetto agli altri. Anche se guardiamo un po’ più in là, la Spagna installerà 2,6 GW, la Polonia fa 2,2. L’Italia è molto indietro, deve quindi accelerare in fretta. Per riassumere, serve quindi un cambio di passo nell’atteggiamento, non vissuto come impositivo, ma collaborativo. Bisogna accelerare sulle infrastrutture, pensare al cittadino come parte integrante della transizione e semplificare la burocrazia, avvantaggiando e non screditando le procedure”.

I passi primari su cui puntare dovrebbero quindi essere maggiore interconnessione locale- nazionale e semplificazione burocratica?

“Sì, esatto. Tra il governo centrale e le autorità locali ci deve essere accordo sui temi strategici, come quelli energetici. Non deve essere più possibile, come succede oggi, bloccare i progetti a causa dei dissensi locali. A ciò va aggiunta la stabilità, ovvero la continuità nell’avere delle regole ben definite”.

Per quanto riguarda "l'approccio" verso le rinnovabili quali sono similitudini e differenze dei due paesi? Dato che Sma opera ed è leader del settore fotovoltaico in entrambi, come cambiano le metodologie di lavoro?

“Questo è un settore industriale in forte crescita, molto innovativo e che nell’opinione pubblica ha un grande impatto positivo. Esistono certamente delle differenze. In principio va detto che in Italia è difficile programmare, in questi anni abbiamo avuto andamenti altalenanti, in Germania invece c’è sicuramente una programmazione di lavoro diversa, caratterizzata da una maggiore continuità.  E poi è evidente come in Germania, ma anche nel resto dei paesi europei, esista la convinzione di puntare sulle rinnovabili e, nello specifico, sul fotovoltaico. In Italia si tende a procrastinare, a parlare del fotovoltaico come “qualcosa che arriverà”. Invece non è così. Il fotovoltaico è disponibile oggi. L’Italia oltretutto ha un irraggiamento solare invidiabile rispetto agli altri Paesi, la tecnologia è ormai conosciuta, affidabile e installabile in maniera molto semplice. Quindi ci vorrebbe un altro tipo di approccio, in modo da dare alle aziende, e di riflesso anche al Paese, un piano di crescita, di sviluppo e di assunzioni maggiore”.

Dall’ultimo report dell’Agenzia europea dell’ambiente “Trends and projections in Europe 2020” si legge che nonostante piccoli miglioramenti, “saranno necessari ulteriori sforzi per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni che sono già stati fissati per il 2030, e ancora di più se il loro livello di ambizione viene aumentato in linea con l’obiettivo di neutralità climatica dell’Ue proposto entro il 2050”. A suo avviso, quanto sarà necessario il solare per questa sfida? Che tipo di ruolo giocherà? Che margine avrà in campo nazionale e no?

"Per questo tipo di obiettivi (sempre più ambiziosi) il fotovoltaico può rappresentare davvero una chiave di svolta, per diversi motivi. Innanzitutto, è ormai una tecnologia ben testata, è una fonte agevole ed è in grado di generare una notevole potenza aggiuntiva in termini di energia. Il tempo “perduto” si può recuperare ma serve per prima cosa volontà, e per seconda possibilità di sbloccare i vecchi meccanismi".

In conclusione, qualcos’altro da aggiungere?

"Sì, trovo doveroso dare un segnale di “speranza” un po’ a tutti. Questo è un settore in forte crescita, l’opinione pubblica è interessata, nelle nuove generazioni si sta sviluppando una rinnovata sensibilità “verde”. Rispetto al passato c’è sicuramente una consapevolezza maggiore e questo va sottolineato. L’invito, da parte mia, è che molto delle discussioni di questi ultimi anni possano concretizzarsi in opportunità reali. La speranza è elevata, perché di fatto, è l’unica alternativa che abbiamo".

 

 

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