La Commissione europea ha presentato un rapporto sulle nuove tecniche di modifica genetica (CRISPR/Cas), indicando che potrebbero essere accettate regole più "permissive" per gli Ogm prodotti con queste tecniche. Una decisione che di fatto- secondo l'associazione ambientalista Greenpeace– spiana la strada per esentare i nuovi organismi geneticamente modificati (Ogm) dalle attuali norme di tutela dell'ambiente. Nel 2018– ricorda Greenpeace– la Corte di Giustizia Europea aveva stabilito che i nuovi OGM dovevano essere regolamentati secondo le vigenti norme Ue sugli OGM, in quanto esentarli “comprometterebbe l'obiettivo della protezione” e “non rispetterebbe il principio di precauzione”.
Federica Ferrario, responsabile Campagna agricoltura di Greenpeace Italia, dichiara: "L'Unione europea ha la responsabilità di proteggere il diritto degli agricoltori di sapere ciò che coltivano e delle persone di scegliere ciò che mangiano, oltre che di proteggere l'ambiente e la biodiversità dai potenziali danni causati dai nuovi OGM. La Commissione e i governi nazionali devono rispettare il principio di precauzione e la decisione della Corte di giustizia europea: gli OGM, anche se gli si dà un nome diverso, restano comunque OGM e devono essere trattati come tali".
Il nuovo briefing sui rischi associati al rilascio ambientale di nuovi Ogm in ambito agricolo, pubblicato da Greenpeace, dimostra proprio tale deriva: le cosiddette nuove tecniche di modifica genetica consentono alle aziende biotecnologiche di apportare modifiche significative agli organismi. Modifiche non presenti in natura e fondamentalmente diverse dalle tecniche di selezione tradizionali. Risulta quindi essenziale, a fronte di questa nuova apertura, applicare la sentenza della Corte di giustizia europea e assicurare che gli Ogm prodotti con nuove tecniche siano soggetti alle stesse normative degli Ogm esistenti.
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