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La strategia ambientale del gruppo Pirelli

In Pirelli la gestione delle tematiche ambientali ha un ruolo fondamentale nella strategia di business.
In un’ottica di gestione a lungo termine, Pirelli ha adottato modelli di management adeguati al monitoraggio e al controllo degli aspetti ambientali, oltre ad essersi imposta obiettivi specifici di riduzione dei propri impatti su risorse, clima ed ecosistemi.

Attraverso la metodologia di Life Cycle Assessment (LCA), Pirelli ha valutato, monitora e persegue la riduzione sia della Carbon Footprint che della Water Footprint, ovvero la riduzione dell’impronta dell’intera organizzazione nel mondo. In particolare, il sistema LCA consente a Pirelli l’identificazione della materialità degli impatti ambientali lungo le fasi del ciclo di vita del prodotto e quindi la definizione degli opportuni piani di azione.

Nel merito, le emissioni in atmosfera e l’utilizzo di risorse idriche sono legati alla produzione e distribuzione di materie prime durante la fase di approvvigionamento, al consumo di energia elettrica e di gas naturale durante la fase di produzione dello pneumatico, alla resistenza al rotolamento durante l’utilizzo dello pneumatico, all’attività di preparazione dei prodotti per il loro recupero sotto forma di energia o materia prima rigenerata nella fase di fine vita. Ma in termini di materialità degli impatti, tanto emissivi che sulle risorse idriche, la fase di utilizzo dello pneumatico è in assoluto la più influente in quanto pesa circa 91% sul totale degli impatti lungo l’intero ciclo di vita del prodotto, a fronte di una fase di produzione che pesa solo 2,4%.

Per ogni fase del ciclo di vita, Pirelli si è data specifici target pluriennali, pienamente integrati nel Piano d’Azienda per supportarne lo sviluppo durevole e al contempo concorrere alla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) presentati dalle Nazioni Unite nel Settembre 2015, con particolare attenzione all’SDG 13 “Agire per il Clima”.

Per quanto riguarda la fase di approvvigionamento delle materie prime, da anni Pirelli, anche in attuazione della propria Green Sourcing Policy, ha attivato l’assessment CDP Supply Chain sui propri fornitori chiave a livello di Gruppo, identificati secondo criteri di materialità ambientale ed economica, al fine di individuare e attivare tutte le possibili opportunità di riduzione delle emissioni di gas climalteranti di Scopo 3.
Prima azienda tra i produttori di pneumatici ad aver introdotto a livello globale il CDP Supply Chain nella propria catena di fornitura, Pirelli intende ampliare il numero dei fornitori coinvolti del programma includendo altri settori merceologici e si pone l’obiettivo di incrementare il response rate dei fornitori di Materie Prime, portandolo dal 74% del 2016 al 90% nel 2020.
Nel 2016 i fornitori più impattanti sulla Carbon Footprint di Gruppo nelle categorie Materie Prime ed Energia hanno ottenuto un punteggio complessivo superiore alla media globale del panel di fornitori rispondenti al CDP.
L’analisi dei risultati ha evidenziato che, sempre nel 2016, l’insieme delle azioni di riduzione delle emissioni implementate da fornitori di Pirelli ha permesso di evitare globalmente l’emissione in atmosfera di circa 29 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, cui si associano risparmi economici stimati in 162 milioni di dollari.

Per quanto riguarda la fase di produzione degli pneumatici, Pirelli ha adottato un target di riduzione delle emissioni specifiche di CO2 (su tonnellate di prodotto finito) pari al 15% entro il 2020 rispetto ai valori 2009. Per raggiungere questo obiettivo, oltre a iniziative di efficienza energetica, Pirelli ha sviluppato uno specifico “Piano d’Azione Carbon” con l’obiettivo di ricorrere in modo crescente a fonti energetiche rinnovabili. Tra i principali progetti attivi, uno dei più importanti è rappresentato dall’installazione della centrale fotovoltaica della potenza di 500 kW presso lo stabilimento di Rome, negli USA, che consente di ridurre del 5% le emissioni del sito produttivo. A Settimo Torinese, invece, il modulo di cogenerazione da 1 MW alimentato a olio vegetale garantisce al sito produttivo il 20% dell’energia derivante da fonti rinnovabili. Gli ultimi due esempi di progetti attivi per la produzione di energia rinnovabile sono l’impianto a biomassa, alimentato con legno di scarto proveniente da filiere locali, per la generazione di vapore presso lo stabilimento di Campinas (Brasile) e l’accordo di fornitura di energia elettrica dedicata da fonte eolica per Silao (Messico) in grado garantire 3 MW di energia rinnovabile, oggi pari a più del 30% del consumo elettrico dello stabilimento.

Per quanto riguarda la fase di utilizzo dello pneumatico, la Ricerca & Sviluppo di Pirelli ha adottato obiettivi di miglioramento sulle performance ambientali dei propri prodotti in modo oggettivo, misurabile e trasparente. L’impegno a coniugare la performance del prodotto in termini di prestazioni e sicurezza per le persone con il rispetto per l’ambiente viene tradotto da Pirelli come “green performance”. Il Gruppo si è dato l’obiettivo di riduzione del 40% della resistenza al rotolamento media di tutti i pneumatici auto prodotti nel Gruppo, entro il 2020 rispetto al 2007, utilizzando come riferimento globale i parametri restrittivi dettati dal regolamento europeo sulle etichettature.

Sempre in tale contesto rientra il forte impegno di Ricerca & Sviluppo sui biomateriali, per ottenere un pneumatico ancora più green. Ad esempio, continua la ricerca volta a diversificare le possibili fonti di approvvigionamento della gomma naturale, per diminuire la pressione sulla biodiversità nei Paesi produttori e permettere all’Azienda di affrontare con maggiore flessibilità l’eventuale scarsità di materia prima. Tra le fonti alternative, si può citare la gomma da guayule (Parthenium argentatum), un arbusto non destinato all’uso alimentare, che richiede poca acqua, nessun pesticida e rappresenta un biomateriale alternativo alla gomma naturale grazie anche alle sue proprietà ipoallergeniche, a differenza della più comune gomma da Hevea brasiliensis. Grazie alla ricerca, Pirelli ha messo a punto una composizione di battistrada con uno specifico grado di gomma naturale, che ha brevettato e quindi testato su pneumatici ad altissime prestazioni (detti UHP – Ultra High Performance).

L’impegno nello sviluppo di pneumatici “green performance” è fortemente premiante anche dal punto di vista economico: a fine 2016, i ricavi da prodotti “green performance” rappresentano il 63% del fatturato totale.

Infine, nell’ultima fase di vita degli pneumatici, l’impatto deriva dall’attività di preparazione dei prodotti per il loro recupero sotto forma di energia o materia prima rigenerata: su questo fronte Pirelli, da anni impegnata nella gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU), collabora con i principali enti di riferimento a livello nazionale e internazionale. A tale riguardo, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano Bicocca, nell’ambito del Consorzio per le Ricerche sui Materiali Avanzati (CORIMAV) e attraverso la Fondazione Silvio Tronchetti Provera, è in fase di studio una nuova tecnologia di devulcanizzazione selettiva per il riciclo di materiali derivanti dalle mescole degli PFU, che consenta una riduzione significativa dei costi di produzione nonché del relativo impatto ambientale.

I target e le performance di sostenibilità del Gruppo, inclusi quelli ambientali, sono rendicontati annualmente nel Bilancio Integrato di Pirelli, pubblicato sul sito web dell’Azienda e cui si rinvia per ulteriori approfondimenti.

 

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