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Recovery Plan, dal cibo un milione di posti di lavoro green entro dieci anni

Recovery Plan, il primo passo verso la rivoluzione verde 

Il Recovery Plan, conosciuto anche come piano nazionale di ripresa e resilienza, potrà offrire una decisiva svolta al settore dell'agricoltura, facendo leva sulla rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale. L'agrolimentare– secondo quanto afferma Coldiretti in riferimento ai dati Istat sull'occupazione, potrà generare un milione di posti green entro i prossimi 10 anni. I numeri, nonostante la pesante crisi provocata dalla pandemia Covid, evidenziano una sostenziale tenuta del comparto agricolo. 

Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, afferma che "digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento e smog in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari ed in difficoltà dai cereali all’allevamento fino all’olio di oliva sono alcuni dei progetti strategici cantierabili elaborati dalla Coldiretti per la crescita sostenibile del Paese”, sottolineando che “l’Italia deve ripartire dai suoi punti di forza”.

Recovery Plan, l'effetto Covid sull'agricoltura 

Ripartire tenendo presente degli effetti che questo "anomalo anno" ha riservato all'intero settore dell'agricoltura. Stando ai numeri di Coldiretti, da una parte si è registrato uno storico balzo del 14% del numero dei giovani under 35 imprenditori in agricoltura, rispetto a cinque anni fa; dall'altro sono accresciute due forme di consapevolezza nel campo della formazione e delle opportunità.  

L'emergenza pandemica– secondo Coldiretti– ha dimostrato che con una adeguata formazione e semplificazione l’agricoltura nazionale può offrire agli italiani in difficoltà i posti di lavoro, che oggi sono affidati necessariamente a centinaia di migliaia di lavoratori stranieri stagionali. Inoltre– continua Coldiretti–è emersa una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità presenti in Italia sulle quali occorre intervenire per creare nuovi posti di lavoro, difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali.

 

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