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Ricerca nucleare, Italia tra i leader: secondi in Europa solo a Uk e Germania

Secondo lo studio realizzato da Elsevier, l'Italia è tra i leader europei e globali nella ricerca sull'energia nucleare
Collaborazioni con l’industria
Anche per quanto riguarda la collaborazione con l’industria le pubblicazioni italiane sul nucleare vantano livelli migliori - più del doppio – rispetto alla ricerca italiana generale (8,5% vs 4,1%). Non solo, anche in confronto con Paesi che hanno una cultura più sviluppata della ricerca sul nucleare l’Italia ha numeri migliori circa la collaborazione con l’industria: negli Usa solo il 5,6% delle pubblicazioni sul nucleare sono in collaborazione con l’industria; in Cina 5,6% e Giappone 6,3%.
I finanziamenti
Dal 2010 ad oggi la ricerca italiana sul nucleare ha co-partecipato a una media di 10 progetti all’anno del valore medio di 17 milioni di dollari l’uno. Anche se non è possibile sapere esattamente come tali dollari siano stati distribuiti tra gli istituti italiani e stranieri partecipi a queste ricerche, vediamo che i progetti a cui partecipato l’Italia sono alla lunga meglio finanziati della media globale, che invece è di meno di 1 milione di dollari. “Questo significa – prosegue Claudio Colaiacomo – che i progetti a cui ha partecipato l’Italia sono mediamente più grandi e complessi”.
Quali sono le istituzioni che hanno maggiormente favorito la ricerca nel settore di energia nucleare in Italia? Al primo posto, emerge dalla ricerca Elsevier, l’Unione Europea che ha finanziato più di 100 progetti di ricerca in 10 anni. Fra gli enti riceventi nelle prime 2 posizioni troviamo: l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, L’energia e lo sviluppo sostenibile con 58 progetti, e a seguire l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare con 27 progetti sostenuti.
Con 14 progetti seguono a pari merito Ansaldo Nucleare SpA e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, mentre il Politecnico di Milano ha partecipato a 13 progetti. In sintesi negli ultimi 10 anni l’Italia è stata in media co-partecipe di circa un terzo (33%) dei finanziariamente dell’Unione Europea nel campo del nucleare. “Questi dati – prosegue Claudio Colaiacomo – confermano la certa e forte capacità attrattiva dei fondi dell’Italia in questo campo”.