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Transizione green, la sfida rinnovabile: i falsi miti contro l'energia solare

Affaritaliani.it ha incontrato Valerio Natalizia, Amministratore Delegato di SMA Italia, leader nel campo di inverter fotovoltaici,  sistemi energetici integrati e dei relativi sistemi di accumulo, che ha messo in chiaro i reali motivi dello stallo energetico che vive il Paese.

Partendo dal flop delle aste “non è possibile che nel 2021 abbiamo ancora il veto a livello regionale che mette in difficoltà l'investimento. E non è solo la Regione che può opporsi: spesso si creano comitati locali che dicono "no" al fotovoltaico perché "inquina" e non è vero”, ha spiegato Natalizia. A influenzare è anche “la politica locale, che nel dubbio blocca. Per avere l'autorizzazione su un impianto di grossa taglia passano un anno e mezzo o due. Non è tollerabile: se è vero che il Paese vuole andare in questa direzione investendo su rinnovabili e trasporto elettrico, servono grandi impianti, ma ci sono troppi fattori di incertezza che vanno gestiti e risolti”, ha continuato l'Amministratore Delegato. 

Ad esempio, “se il meccanismo delle aste e dei registri prodotto dal FER1 continua a non decollare è perché non incentiva la presentazione di domande per la posizione di impianti di grossa taglia. Inoltre, c’è anche un problema di disponibilità di aree su cui installare: aprire a terreni agricoli abbandonati e inutilizzati può essere una delle soluzioni per rende possibile l’installazione di grandi impianti”, ha sottolineato Natalizia. 

Sulle semplificazioni, "bisogna fare qualcosa, che fino a questo momento non è stato ancora fatto. Innanzitutto, semplificare i provvedimenti per far partire oggi, e non tra dieci anni, le rinnovabili in Italia”, ha affermato Natalizia. "Il fotovoltaico rappresenta la via più semplice per tale avvio: installazione veloce, affidabilità tecnologica, grande potenza energetica. La semplificazione non deve riguardare solo gli impianti residenziali, bensì anche quelli più grandi. Una delle necessità di qualsiasi mercato, come anche il nostro, è l’assicurazione di stabilità e regole semplici", ha rimarcato l'Amministratore Delegato di SMA Italia. 

Tra il governo centrale e le autorità locali ci deve essere accordo sui temi strategici, come quelli energetici. Non deve essere più possibile, come succede oggi, bloccare i progetti a causa dei dissensi locali. A ciò va aggiunta la stabilità, ovvero la continuità nell’avere delle regole ben definite”, ha affermato Valerio Natalizia. 

E sugli incentivi, "sicuramente l’ecobonus al 50% e oggi il Superbonus 110% sono una ventata di ossigeno ma la strada è ancora lunga. Non penso solo alla semplificazione burocratica, conditio sine qua non per lo sviluppo, ma a un cambio totale di visione. Dovremmo iniziare a parlare di Comunità Energetiche realizzate, per una gestione energetica diretta da parte dei cittadini ed anche di impianti di grossa taglia”. "Insomma- ha concluso l'Amministratore Delegato di SMA Italia- serve investire coraggiosamente nel fotovoltaico a 360 gradi che significa residenziale, commerciale e industriale. I dati odierni delle nuove installazioni dicono che siamo veramente lontani da quello che servirebbe per raggiungere gli obiettivi al 2030. Serve un cambio di passo ora". 

E sui numeri della Germania, Natalizia ha ribadito:  "Il nostro mercato nazionale dovrebbe avere un valore compreso tra i 3 e i 4 GW di installazioni all’anno, la Germania oggi installa circa 5GW. Il 2020 è stato ancora un anno di installazioni scarse rispetto agli altri Paesi: la Spagna ha installato 3,2 GW, la Polonia 2,2. L’Italia è molto indietro, deve quindi accelerare in fretta, infatti, nel primo trimestre 2021 ha installato 152 MW mentre la Germania ben 1.4 GW”.

In sostanza, secondo l’esperto, serve un "cambio di passo nell’atteggiamento, non vissuto come impositivo, ma collaborativo, che deve soprattutto diventare strategia energetica e di sviluppo economico del paese. Bisogna accelerare sulle infrastrutture, pensare al cittadino come parte integrante della transizione e semplificare la burocrazia, avvantaggiando e non screditando le procedure. Occorre poi mettere nero su bianco un programma da qui al 2030, meglio se pensato a “step intermedi”, dando chiarimenti importanti su quale sarà il contributo delle diverse tecnologie". 

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