Figli che non seguono i padri

Solo il 3,8% dei professionisti - intervistati dal Censis per un rapporto dal titolo “Le professioni in Italia: una ricchezza per l’Europa” - tra i fattori determinanti nella scelta di mettersi in proprio ha indicato il desiderio di portare avanti un’attività familiare già ben avviata. La percentuale si fa poco più ampia in corrispondenza delle professioni di stampo giuridico (7,1%) ed economico-sociale (6,4%), per le quali uno studio professionale già avviato e la rete di relazioni col mercato costituiscono un fattore di competitività più importante e che in termini di scelte professionali rappresentano un aspetto non trascurabile, anche se ampiamente secondario rispetto ad altri.
Molti dei professionisti oggi sul mercato, del resto, si configurano a tutti gli effetti come dei newcomers, che sono in tutto e per tutto artefici unici del percorso professionale intrapreso. Contrariamente all’immagine un po’ stereotipata che ancora prevale presso larga parte dell’opinione pubblica, l’approdo al lavoro professionale avviene autonomamente e “solo” il 5,6% degli intervistati è “subentrato” nello studio di famiglia, mentre la stragrande maggioranza – l’88,6% – ha avviato una nuova attività professionale, creando da sé il proprio lavoro: il 71,7% per conto proprio, il 16,9% assieme ad altri professionisti.
Rispetto a questo tema due aspetti appaiono dirimenti per comprendere le trasformazioni che stanno investendo l’esercizio dell’attività libero professionale da una parte, e le peculiarità delle sue singole anime dall’altra.
Il primo concerne la vitalità del tessuto professionale. Tra le professioni autonome della salute e dell’area tecnica si osserva una più forte incidenza di nuove attività avviate (rispettivamente l’89,8% e il 92,9% degli intervistati ha avviato una nuova attività autonoma), un fiorire di iniziative professionali, per proprio conto o in associazione, che rimescola il mercato e le posizioni in esso acquisite. Maggiori sono gli spazi potenziali di attività e più forte è la competizione in queste branche, in cui le nuove professioni che si sono sviluppate e le trasformazioni apportate a livello di regolamentazione e di assetto organizzativo hanno indotto un più vivace germogliare di nuove attività libero professionali, che invece sul fronte economico e giuridico sono state in parte attenuate dall’esistenza di attività di famiglia consolidate che si “tramandano”, e nelle quali sono stati in più casi assorbiti i professionisti (rispettivamente il 10,2% e il 12% sono “subentrati”).