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Lavoro
Furbetti del cartellino: arriva il decreto
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Via libera alle nuove regole per i "furbetti del cartellino", i dipendenti pubblici colti in flagrante mentre passano il badge e poi si allontanano dal luogo di lavoro. Il Consiglio dei Ministri n.120, riunito il 15 giugno, ha approvato in via definitiva il decreto attuativo della riforma Madia, pur con qualche correzione rispetto alla versione varata a gennaio.

Il decreto interviene sulla disciplina prevista per la fattispecie di illecito disciplinare denominata falsa attestazione della presenza in servizio, eliminando i tempi lunghi per il licenziamento e attivando una procedura semplificata. Nello specifico, al dipendente colto in flagrante sarà applicata la sospensione cautelare entro 48 ore e attivato il procedimento disciplinare che dovrà concludersi entro 30 giorni (a differenza dei 120 giorni previsti oggi per i casi più gravi). Se il procedimento disciplinare sarà poi confermato si potrà arrivare al licenziamento.  E’ prevista, inoltre, la responsabilità disciplinare del dirigente (o del responsabile del servizio) che non proceda alla sospensione e all’avvio del procedimento. Nel comunicato stampa del Consiglio dei Ministri si specifica che sono state accolte le condizioni poste dalle commissioni parlamentari nei loro pareri e sono state recepite gran parte delle osservazioni avanzate dalla Conferenza unificata e dal Consiglio di Stato. In particolare, è stato precisato che la fattispecie di falsa attestazione della presenza in servizio comprende anche quella realizzata mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento. E’ stato poi garantito al dipendente il diritto alla percezione di un assegno alimentare - nella misura stabilita dalle disposizioni normative e contrattuali vigenti - durante il periodo di sospensione cautelare dal lavoro.

Inoltre, al fine di garantire un’opportuna scansione temporale delle diverse fasi del procedimento e per assicurare idonee garanzie di contraddittorio a difesa del dipendente, è stato previsto che con il provvedimento di sospensione si procede anche alla contestazione dell’addebito e alla convocazione del dipendente dinanzi all’ufficio competente per i procedimenti disciplinari. Per concludere, il dipendente sarà convocato per il contraddittorio con preavviso di almeno 15 giorni e potrà farsi assistere da un procuratore o da un rappresentante sindacale. Nel caso in cui il dirigente abbia avuto notizia dell’illecito e non si sia attivato senza giustificato motivo è prevista la responsabilità per omessa attivazione del procedimento disciplinare e omessa adozione del provvedimento di sospensione cautelare, dandone notizia  all’Autorità giudiziaria.

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