Ocse: occupazione nel bel paese destinata ad aumentare

L’occupazione in Italia migliora ma il recupero si attesta ancora lento e fragile. Infatti, pur se in ripresa, occupazione e disoccupazioni restano tra le peggiori dell’area Ocse (l'Italia è il Paese con il quarto tasso di disoccupazione più elevato dell'Unione europea: l'11,9% a fine 2015, superato solo dal 25% della Grecia, dal 22,1% della Spagna e dal 12,7% del Portogallo). Lo rileva l'Ocse nel suo ultimo Employment Outlook, in cui prevede miglioramenti con un tasso di disoccupazione è destinato a calare all'11,1% a fine 2016 e al 10,5% a fine 2017, un livello comunque superiore di oltre quattro punti percentuali a quello registrato all'inizio della crisi finanziaria, ovvero il 6,3% del quarto trimestre del 2007.
Stando al rapporto, per l’Italia si prevede un tasso di occupazione del 49,8% della popolazione tra i 15 e i 74 anni nel quarto trimestre 2017, in crescita dal 49,5% di fine 2016 e dal 49,4% dell’ultimo trimestre del 2015 contro il 48,8% del 2013, ma pur sempre inferiore al 51,6% di fine 2007. Dalla fotografia scattata dall’Ocse, segnali di allarme si registrano per l’occupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni che si attesta ad un 17,3%, ancora in ribasso rispetto al 24,5% del 2007. In crescita, poi, il numero dei Neet tra i 15 e i 29 anni.
Nei Paesi dell'area euro colpiti dalla crisi del debito, come l'Italia, si registra inoltre una flessione dei salari in termini reali e oltre la metà degli under 25 occupati in Italia hanno contratti precari (57,1%). Positivo per l’Ocse il giudizio sul Jobs Act nonostante – si legge – occorrerebbe più tempo per valutare l’impatto definitivo per di queste riforme sull’utilizzo di contratti temporanei da parte dei datori di lavoro.