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Libri & Editori
“I bambini di Svevia”, Romina Casagrande racconta la loro toccante storia

Prima che sulle librerie di tutta Italia arrivasse “I bambini di Svevia”, il nuovo bestseller di Garzanti che ha regalato fama e apprezzamenti all’autrice Romina Casagrande, in pochissimi ricordavano questo fenomeno storico rimosso dalla nostra memoria collettiva. Edna e Jacob, i due protagonisti del romanzo insieme all’uccello del paradiso – ovvero il pappagallo Emil – sono soltanto due delle centinaia di bambini che nel corso di tre secoli, dal Settecento alla metà del Novecento, varcavano il confine e affrontavano un lungo viaggio attraverso le montagne. Spesso erano figli di contadini o montanari del nord Italia, talvolta nati in regioni di confine come l’Alto Adige, terra dell’autrice.

È lei stessa, insegnante a Merano, a spiegarci la vastità di una “migrazione” che quasi sempre presentava risvolti drammatici. “Lasciavano famiglie e paesi molto poveri per lavorare nelle ricche fattore dell’Alta Svevia dopo essere stati venduti nei mercati del bestiame. (…) Sono rimasta molto colpita dalla durata del fenomeno e dall’età dei bambini – dai cinque ai quattordici anni – che dovevano affrontare mesi di duro lavoro, esposti a molti pericoli, e che spesso non facevano più ritorno”.

Da dove partire e come procedere per raccontare una storia tanto crudele e toccante, senza tuttavia risultare pesanti? L’idea della Casagrande è stata quella di alternare il tempo del passato – quello che vede appunto Edna bambina in una fattoria della Svevia – con il tempo del presente, quando la protagonista, ormai anziana, decide di intraprendere un viaggio a ritroso fino alla sua infanzia. Per far pace con i demoni che la tormentano, infatti, non ha altro modo se non quello di prendere con sé Emil, l’amato pappagallo che l’accompagna sin da quei giorni lontani, e ripercorrere lo stesso tragitto che tanto tempo prima fece in preda al freddo e alla paura durante la sua fuga dalla fattoria.

Nessuno, ovviamente, è in grado di comprendere il significato profondo di questo viaggio: i bambini di Svevia sono stati ormai dimenticati ed Edna non ha mai parlato ad anima viva di Jacob, il suo angelo custode senza il quale non sarebbe riuscita a sopravvivere. Avevano deciso di scappare insieme e programmato tutto nei minimi particolari, ma qualcosa andò storto e fu solo Edna a riuscire nell’impresa; ad un prezzo: il senso di colpa e il rimorso che si porta dietro da allora.

Così, quando viene a sapere da un giornale che Jacob è stato vittima di un grave incidente e si trova in ospedale a Ravensburg, il suo ultimo desiderio è quello di andare da lui per riportargli Emil, ma soprattutto per spiegargli che cosa accadde quella notte di molti anni prima e perché lei non fu in grado di mantenere la loro promessa. Non sarà di certo un viaggio semplice, il suo, ma si scoprirà divertente, ricco di avventure: dai personaggi più strani che incontrerà lungo il cammino alla presa di consapevolezza dei cambiamenti avvenuti, dalla ricerca interiore al contatto intimo con la natura e le montagne, silenziose spettatrici di una sfida, la più importante della sua vita. Saltando dal presente al passato attraverso i ricordi di Edna, l’autrice ci restituisce a poco a poco un affresco di ciò che effettivamente accadeva su queste terre di confine, facendoci affezionare ai suoi personaggi stravaganti dal cuore tenero, ma dalla volontà di acciaio.

“Edna ed Emil incarnano il coraggio che nasce dalla presa di coscienza. (…) Edna vive il peso degli anni come un atto di responsabilità, mai di resa. E credo che questo sia importante in un mondo in cui la speranza di vita si allunga sempre di più, ma sempre meno si considerano il valore e la ricchezza dell’età avanzata. Forse conoscere il passato attraverso la memoria dei nostri nonni e dei nostri anziani potrebbe aiutarci a comprendere meglio la realtà così complessa in cui siamo immersi”. Un romanzo consigliato per la ricostruzione del fenomeno in toni empatici e leggeri, nonché per l’apprezzabile impegno nel restituirci una pagina della nostra storia ingiustamente cancellata.

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