Editoria, un italiano su tre è un ladro di libri.528 milioni di euro sottratti
Qualche anno fa prima di un film al cinema poteva capitare di guardare una pubblicità progresso sui danni della pirateria. Lo spot, dall’appeal moderno e aggressivo, mostrava alcune scene di furti e effrazioni e domandava (retoricamente) allo spettatore: “Non ruberesti mai una macchina, non ruberesti mai una borsa, non ruberesti mai un film (in questo caso veniva inquadrata una mano che furtivamente taccheggiava una VHS, oggetto ormai mitico che veniva affittato nei Blockbuster, catena di negozi che per prima ha pagato con la sua stessa esistenza la rivoluzione digitale e che ora rappresenta un icona cult dell’era pre internet.) Insomma per tornare alla nostra pubblicità, finiva cosi, “Scaricare film da internet è un reato”. Bisognava sottolinearlo e quella vecchia pubblicità lo faceva bene, (peccato che la colonna sonora dello spot fosse piratata essa stessa) il furto non consiste solo nel mettersi in tasca il bene materiale ma anche quello digitale.
E’ passato un ventennio ma il tema dibattuto da quello spot allora sulla pitateria è piu attuale che mai ma questa volta non riguarda film, serie tv e canzoni, che sono riusciti a superare i loro problemi di pirateria grazie al cloud e ai servizi di streaming, riguarda la carta stampata, i libri e i giornali.
I lettori aumentano ma le vendite diminuiscono questo perché un italiano su tre è un ladro di libri
Questo è quanto emerge dal convegno ‘La pirateria nel mondo del libro’, presso il ministero dei Beni culturali e del turismo, dove sono stati presentati i risultati di un sondaggio Ipsos sul fenomeno, commissionato da Aie, Associazione italiana Editori e Fieg, Federazione italiana editori giornali. Al convegno ha partecipato anche Andrea Martella sottosegretario all'editoria
528 milioni di euro sottratti al settore ogni anno
La ricerca ha fornito dati preoccupanti, l'illegalità è protagonista, il 25% degli italiani ha scaricato graituitamente (e illegalmente) almeno una volta un audiolibro o un ebook. Ha dichiarato Ricardo Franco Levi.
Il sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella ha concluso il convegno ‘La pirateria nel mondo del libro’, presso il ministero dei Beni culturali e del turismo, dove sono stati presentati i risultati di un sondaggio Ipsos sul fenomeno, commissionato da Aie, Associazione italiana Editori e Fieg, Federazione italiana editori giornali.
Martella ha sottolineato come il fenomeno vado contrastato partendo dalla scuola, primo nucleo e vettore di cultura per l'intera società.
“Basta afflati romantici di pirateria di salgariana memoria, quello che ci troviamo a dover combattere è un fenomeno corrosivo, sfuggente, un crimine senza alcuna giustificazione, che distrugge e penalizza la nostra industria culturale, il petrolio del nostro Paese, e perpetrato quasi sempre nella piena consapevolezza della sua illiceità e della difficoltà ad essere perseguiti per tale condotta”, afferma Martella. “Bisogna allora partire da più lontano ed agire sulla scuola e sull’educazione: stigmatizzare la pirateria verso libri e giornali come socialmente riprovevole, educare al valore della lettura come atto sociale e di formazione democratica, anche ai diritti individuali, come quello della giusta retribuzione per il lavoro svolto. Al tempo stesso”, aggiunge il sottosegretario, “bisogna offrire appoggio alle famiglie. Il bonus cultura, la App 18, la carta cultura per promuovere la lettura dei libri, e con l’ultima legge di bilancio anche dei giornali, è uno strumento che sta funzionando bene. L’utilizzo della leva fiscale, cioè la deducibilità dei costi sia pure articolata, va rafforzato ed esteso. Certo sarà in modo graduale, iniziando dai giovani e dagli anziani per poi estendersi, ma questo sarà oggetto prossimamente di riflessione da parte del governo”. Martella poi ricorda l’avvio “nella prossime settimane del cantiere per la nuova legge per l’editoria 5.0” e la necessità di “approvare la direttiva Ue sul copyright che sancisce delle regole: si tratta di introdurre forme di tassazione fiscale, la cosiddetta web tax, che possa remunerare il mondo dell’editoria che ha ricevuto dei danni”.
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