Da #coglioneNo a #maipiùgratis: la protesta dei designer
"L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Retribuito". E' lo slogan con il quale i creativi italiani tentano di far ascoltare (ancora una volta) la loro voce. Perché (ancora una volta) i commettenti pubblici e privati fanno finta di non sentire. L'ultimo caso riguarda Napoli. Il Comune ha pubblicato un bando per creare un logo che rappresenti la Città Metropolitana. Chi vincerà, però, non sarà pagato. Il "premio" consiste nella pubblicazione di uno spot sul portale on line metronapoli.it.
E' sempre la solita storia: il tuo lavoro in cambio di visibilità. Gratis. La protesta, allora è (ri)partita. Questa volta dalle Officine Grafiche di Torino. I designer un logo lo hanno creato: si tratta del numero 46, che nella smofia significa "denaro". Perché, come recita l'hashtag che accompagna la protesta, l'obiettivo è lavorare #maipiùgratis.
Non si tratta della prima campagna di questo tipo. Lo scorso ottobre, il Comune di Napoli aveva indetto un bando per l'immagine coordinata della città. Sempre gratis. E la protesta si era materializzata sotto forma di una X e dall'hashtag #moltiplicarexcambiare. Qualche mese più indietro, un'altra iniziativa, la capostipite del genere: si chiamava #coglioneNo e, grazie ad alcuni video, era diventata virale. Ma tre hashtag in un anno non fanno ben sperare.