Attacco dell'a.d. de l'Unità a Renzi
"Scelga noi e non Il Foglio per parlare"
Situazione delicata all’Unità, serve un rilancio: lo spiega una nota dell’editore del quotidiano, mentre è in corso una conferenza stampa dei lavoratori del giornale nella sede della Fnsi. “Nei giorni scorsi – si legge – si è tenuto a Milano un incontro tra il direttore de l’Unità Marco Bucciantini e l’amministratore delegato di l’Unità srl Guido Stefanelli. C’è stata piena condivisione della delicata situazione del giornale ed allo stesso tempo degli strumenti da mettere in campo per salvaguardare i posti di lavoro dei giornalisti, all’interno della necessaria opera di ristrutturazione che il giornale si appresta a varare e che consentirà di riorganizzare e rilanciare il prodotto editoriale”.
“Tutto ciò – prosegue la nota- nella comune consapevolezza che il taglio dei posti di lavoro dovrà costituire l’extrema ratio, ma che al contempo la società deve trovare un sostenibile equilibrio finanziario per poter guardare al futuro con rinnovato slancio”.
“Le recenti primarie del Partito democratico hanno fatto registrare un’altissima affluenza, di poco sotto i 2 milioni, che dimostra come sia ampio il novero dei simpatizzanti del Pd e come potrebbe essere ampio il bacino dei lettori del quotidiano. Per tale motivo – continua l’editore -, cercheremo di rinnovare il prodotto, di potenziare la campagna pubblicitaria e di abbonamento. Invitiamo il neo Segretario Matteo Renzi in redazione, auspicando che trovi un po’ di tempo per qualche approfondimento politico sulle colonne de l’Unità che, rispetto a quelle del Foglio, sono sicuramente più ascoltate nella comunità del suo partito”.
“Sia l’editore Stefanelli che il direttore Bucciantini hanno condiviso che la ripartenza sarà faticosa ma che se l’Unità riuscirà a raccontare la parte in ombra del Paese, a partire dalle difficoltà che riguardano milioni di cittadini, così come le eccellenze italiane (dalla sanità ai settori industriali più avanzati, alla stessa pubblica amministrazione), saremo tutti orgogliosi di aver dato una magari piccola, ma autorevole voce, a quell’Italia seria e laboriosa su cui deve puntare il Paese”.