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Bis di Ruben Razzante a Milano e Lecce per "I (social) media che vorrei"

di Redazione

“I (SOCIAL) MEDIA CHE VORREI”

Il 2024 inizia con altre due tappe del tour del Professor Ruben Razzante, docente di Diritto dell’Informazione presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, per la presentazione del volume I (social) media che vorrei. Innovazione tecnologica, igiene digitale, tutela dei diritti (FrancoAngeli Editore). 
Il 22 gennaio alle ore 18 il libro verrà presentato presso la Casa della Psicologia a Milano. Un’occasione che permetterà di dar vita ad un dibattito incentrato sui risvolti psicologici delle azioni di disinformazione, che vanno contrastate con le armi del diritto, della cultura e della professionalità degli operatori del settore. 

Oltre al prof. Ruben Razzante, al dibattito interverranno: Marcello Foa, Giornalista e conduttore Rai Radio 1; Peter Gomez, Giornalista e condirettore de Il Fatto Quotidiano e direttore de ilfattoquotidiano.it e Paolo Riva, Professore Associato in Psicologia Sociale – Università degli Studi Milano Bicocca. Introdurrà e coordinerà il dibattito la Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, Laura Parolin.

Su iniziativa del Lions Club Lecce Tito Schipa e del Lions International e con la collaborazione dei Lions Club Lecce Rudiae, Copertino Salento Pino Cordella e Tricase Capo di Leuca, il 26 gennaio alle 18,30 si terrà la presentazione del libro presso la Biblioteca Bernardini - Convitto Palmieri a Lecce. Per l’occasione Barbara Di Palma, inviata Rai - La Vita in diretta, intervista il prof. Ruben Razzante.

Il nuovo volume contiene riflessioni approfondite sul ruolo cruciale delle regole, dei principi, delle competenze, delle professionalità, degli asset strategici e delle buone pratiche nella costruzione di una democrazia digitale inclusiva. Questa democrazia, secondo il Professor Razzante, deve rispettare i valori umani fondamentali e basarsi su un rapporto maturo e corretto tra gli individui e le tecnologie. La corretta informazione su tali tematiche, come trattata nei vari contributi presenti nel volume, diventa di fondamentale importanza nell'attuale contesto per garantire l'esercizio completo dei diritti di cittadinanza digitale.

Ogni coautore è stato coinvolto nell'analisi di esperienze personali, nello sviluppo di riflessioni attinenti al proprio campo di impegno professionale, aziendale o istituzionale, e nell'espressione di auspici e proposte. L'obiettivo è fornire ai lettori una rappresentazione accurata di ciò che sta attualmente accadendo nel mondo dei media, oltre a offrire una prospettiva informata su possibili scenari futuri.

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1.    Professore, un tema caro a noi giornalisti è quello dell’informazione di qualità e del contrasto alle fake news. Qual è la situazione attuale e cosa si può fare per affrontare efficacemente questa sfida?

La situazione attuale dell'informazione di qualità e del contrasto alle fake news rappresenta una sfida complessa e in continua evoluzione nel contesto mediatico contemporaneo.

Per affrontare efficacemente questa sfida, è essenziale adottare un approccio multifattoriale. Innanzitutto, è cruciale investire nella formazione e nell'educazione dei consumatori di notizie, promuovendo la consapevolezza critica e le competenze di valutazione delle fonti. Ciò può essere realizzato attraverso programmi educativi mirati nelle scuole e iniziative pubbliche per sensibilizzare il pubblico.

Dal punto di vista legislativo, è importante valutare e, se necessario, rafforzare le normative che disciplinano la diffusione delle informazioni, garantendo al contempo la libertà di stampa e di espressione.

La collaborazione tra governi, istituzioni e piattaforme digitali è fondamentale per implementare regolamentazioni efficaci senza compromettere la libertà di informazione.

2.    Professore, può condividere con noi un suo commento sulle recenti controversie riguardanti la privacy e la gestione dei dati da parte delle grandi aziende tecnologiche? Cosa pensa delle recenti azioni legali nei confronti delle big tech e del loro ruolo nel garantire una concorrenza equa e la tutela dei consumatori?

Le recenti controversie riguardanti la privacy e la gestione dei dati da parte delle grandi aziende tecnologiche sollevano questioni cruciali per il nostro contesto digitale contemporaneo. In primo luogo, è fondamentale riconoscere il crescente impatto delle tecnologie digitali sulla nostra società, con particolare attenzione alle questioni etiche e legali correlate alla raccolta, all'elaborazione e all'utilizzo dei dati personali.

Le azioni normative e legali intraprese nei confronti delle big tech rispondono, in parte, alla necessità di regolamentare un settore che ha raggiunto una rilevanza e una centralità straordinarie. Le nuove normative, spesso proposte o adottate a livello nazionale e sovranazionale, mirano a stabilire parametri più chiari e restrizioni per proteggere la privacy degli utenti e garantire una concorrenza equa.

Il dibattito in corso riflette la necessità di trovare un equilibrio dinamico tra la regolamentazione del settore tecnologico e la promozione di un ambiente competitivo che favorisca la crescita economica e la tutela degli interessi degli utenti. La sfida sta nel trovare soluzioni che affrontino efficacemente le preoccupazioni sulla privacy e sulla concorrenza, garantendo nel contempo un terreno fertile per l'innovazione e lo sviluppo tecnologico.

3.    Affrontiamo ora un argomento di estrema attualità: l’Intelligenza Artificiale. Lei sostiene che questa tecnologia è utile quando contribuisce a coltivare un “umanesimo digitale”, ma come? E in che modo l’AI può essere un catalizzatore per la crescita di valori umanistici nell’era digitale?
 

L'integrazione dell'Intelligenza Artificiale nel tessuto della società contemporanea è effettivamente un tema di grande rilevanza e complessità. 

L'impiego eccessivo dell'Intelligenza Artificiale può generare diversi problemi a livello sociale e culturale, quali l'isolamento sociale, la dipendenza da dispositivi e la perdita di privacy. L'approccio dell'umanesimo digitale si propone di affrontare tali sfide promuovendo la centralità della cultura umanistica nell'ambiente digitale. Questo approccio incoraggia una riflessione critica sulle implicazioni sociali e culturali delle tecnologie digitali, oltre a promuovere un utilizzo responsabile e consapevole di queste ultime. 

Se l'AI non verrà utilizzata in conformità con la legge e non rispetterà i diritti fondamentali delle persone, compresi quelli relativi alla dignità, alla privacy, all'onore, all'immagine, alla non discriminazione e alla proprietà intellettuale, essa diventerà il killer del benessere digitale anziché armonizzarsi con la prospettiva della costruzione di un nuovo umanesimo digitale.

LECCE, 26 GENNAIO ORE 18,30
 

4.    In che modo il giornalismo tradizionale si è adattato all’era dei social media e quali sono le principali sfide che i giornalisti devono affrontare per combattere la disinformazione e mantenere l’accuratezza delle notizie? 

Il giornalismo tradizionale ha subìto significative trasformazioni nell'era dei social media, con una serie di adattamenti e di sfide emergenti.

Una delle principali sfide è la lotta contro la disinformazione. Con la facilità di condivisione delle notizie sui social media, la disinformazione può diffondersi rapidamente e raggiungere un vasto pubblico. I giornalisti devono essere diligenti nel verificare le fonti e nel contrastare la diffusione di informazioni non accurate. Allo stesso tempo, devono educare il pubblico sulla valutazione critica delle informazioni online.

Un'altra sfida è la necessità di mantenere l'accuratezza delle notizie in un ambiente in cui la competizione per attirare l'attenzione è feroce. La corsa per pubblicare notizie in tempo reale può portare a errori e imprecisioni. Pertanto, i giornalisti devono bilanciare la rapidità con la precisione e adottare pratiche giornalistiche eticamente ispirate. 

Il giornalismo tradizionale si è adattato ai social media incorporandoli nelle proprie pratiche, ma le sfide principali riguardano la gestione della disinformazione, la coltivazione dell'accuratezza e il rafforzamento della fiducia del pubblico nel giornalismo come fonte affidabile di informazioni. 

5.    Quali sono le decisioni recenti prese dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) riguardo alla pubblicità sui social media, in particolare per gli influencer, e come influiranno sulla trasparenza e riconoscibilità delle comunicazioni pubblicitarie? 

L'Agcom ha recentemente adottato decisioni significative riguardo alla pubblicità sui social media, concentrandosi in particolare sugli influencer. La stretta, annunciata dopo aver maturato un consenso unanime, ha l'obiettivo di consolidare i principi di trasparenza e riconoscibilità nelle comunicazioni pubblicitarie.

Le nuove disposizioni estendono le norme del Testo unico dei servizi di media audiovisivi all'attività degli influencer. In presenza di contenuti che includono prodotti pubblicitari, gli influencer sono ora tenuti a inserire una scritta evidenziante la natura pubblicitaria del contenuto, garantendo un riconoscimento immediato da parte degli utenti. 

La stretta non riguarda solo le comunicazioni commerciali, ma impone agli influencer il rispetto dei diritti fondamentali della persona, specialmente quelli dei minori. In merito, l’Agcom ha delineato una cornice normativa più robusta attraverso meccanismi di richiamo e perentori ordini di rimozione o adeguamento dei contenuti alle nuove disposizioni.