Canone Rai in bolletta, muore la pubblicità sulla tv di Stato
di Fausto Lupetti
Il canone Rai in bolletta dell’elettricità fa male alla Rai e fa bene alla politica. I politici potranno contare su uno zoccolo duro che permette l’accesso all’opinione pubblica per farsi votare. Ne consegue che la rissa fra i partiti e la spartizione saranno la regola. La tv pubblica diventa televisione del governo e di stato. La Rai sembra ne tragga il vantaggio di stabilità economica con i 600 milioni stimati di introito fisso e garantito del canone. Ma non è così.
Perché la Rai fuori da ogni competizione si siede definitivamente e imperverseranno gli incapaci e i nominati. Inoltre non sarà possibile mettere sul mercato in futuro la Rai perché una televisione mantenuta dal canone che non si sa non quanto valga pubblicitariamente non lo vorrà nessuno e un patrimonio immenso sarà così disperso. Infine il canone Rai mantiene la situazione attuale, alla faccia delle riforme, e ingessa il mercato pubblicitario.
La Rai con il canone avrà un tetto pubblicitario invalicabile e così in particolare Mediaset si tiene la fetta più grande della torta pubblicitaria. Anziché espandersi il mercato pubblicitario televisivo sarà spartito a tavolino appunto a fette una a me e una a te come una torta. Bella idea di concorrenza e competizione di liberismo che esprime la politica. L’unica cosa seria da fare era quella di mettere sul mercato le due principali reti Rai, oggi che sono forti e hanno un valore. E mantenere una rete di servizio pubblico con un canone minimo e senza pubblicità come fanno in altri paesi. Ma fare queste cose oneste e trasparenti in Italia non si può. Siamo troppo furbi.