Stipendi Rai, tetto a 240 mila euro. Ma è solo un taglio ad personam
La Rai stringe la cinghia. Il consiglio di amministrazione ha dato il via libera al taglio dei compensi. Nessuno, come previsto dal governo Renzi, potrà guadangare più del presidente della Repubblica: 240 mila euro. In realtà i risparmi saranno magri. Perché, al momento, solo uno dei dipendenti Rai guadagna di più: si tratta della presidente Anna Maria Tarantola. L'ex Bankitalia, nonostante un taglio del 30% rispetto al suo predecessore (Paolo Galimberti), ha avuto sino a ora una busta paga da 366 mila euro l'anno.
Il risparmio è quindi risicato, di 126 mila euro. Anche perché, al momento, pare che la norma non riguardi i dirigenti, orientati comunque ad autoridursi gli emolumenti. La somma è comunque minima rispetto alla sforbiciata che la Rai dovrà affrontare. Il governo Renzi ha privato la tv pubblica di 150 milioni. Le contromosse sono tagli, recupero dell'evasione e vendita di asset. I primi, come dimostra la riduzione degli emolumenti, sono minimi. La stretta anti-evasione non si vede. E sulle dismissioni c'è stata la mossa di RaiWay. Basterà? Difficile, soprattuto se si cede solo una quota del 30% della società.
La vendita del controllo sarebbe più remunerativa ma, a quel punto (come evidenziato dal senatore Pd Massimo Mucchetti) bisognerebbe quantificare il canone d'affitto. In caso contrario la Rai (e Renzi) farebbero lo stesso errore commesso da Rcs (e Jovane): vendere a prezzo scontato per esigenze di cassa e pagare un affitto salato che andrà a incidere sui conti futuri.
Come se ne esce? Mucchetti propone di tenere RaiWay e vendere la parte commerciale della Rai. Il dg Gubitosi sceglierebbe una terza via: l'unico modo per recuperare le risorse necessarie sarebbe la quotazione delle torri di trasmissioni.