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Coronavirus e fibra in Italia, l'articolo del prof. Sacco su Formiche

Coronavirus e fibra in Italia, l'articolo di Francesco Sacco su Formiche.

Nella costrizione della quarantena, gli italiani si aggrappano al "cordone ombelicale" della connessione Internet per mantenere i rapporti con il mondo esterno. Tanto che, da inizio pandemia, i consumi di banda in Italia sono già adesso quelli che il trend avrebbe comportato tra quattro anni.

È quanto emerge nell'articolo di Formiche intitolato "A prova di futuro", scritto da Francesco Sacco, Professore di Strategy and entrepreneurship presso SDA Bocconi School of management e di Economia presso l'Università dell'Insubria. Nell'articolo, Sacco analizza le differenze tra FTTH e FTTC, con un focus sulla situazione italiana e sulla crescita registrata dal Belpaese in copertura fibra negli ultimi due anni. Complice "la sfida" lanciata da Open Fiber.

A prova di futuro

"La migliore connessione in assoluto è la fibra fino a casa, in sigla FTTH (fiber-to-the-home)", spiega il prof. Sacco nell'articolo. "Se non è disponibile, l'alternativa più valida in Italia è l'ibrido fibra/rame: la fibra fino all'armadio della telefonia in stradae fino a casa con il solito doppino in rame, in sigla FTTC (fiber-to-the-cabinet)".

La connessione FTTH, in Italia, garantisce una velocità di download fino a 1 Gbps e di upload fino a 200 Mbps, contro i 200 Mbps (nel caso del download) e i 20 Mbps (upload) offerti dalla rete FTTC. 

"La connessione FTTH è un'infrastruttura definitiva. Per questo, è detta anche a prova di futuro, perché è relativamente insensibile a invecchiamento, distanza (fino a decine di chilometri), interferenze e umidità. Ma soprattutto perché anche in un lontano futuro, se dovesse servire più banda, basterebbe soltanto cambiare gli apparati in casa e in centrale per aumentarne la velocità perché la fibra non ha limiti fisici rispetto a qualsiasi uso oggi immaginabile".

"Il problema - aggiunge Sacco nell'articolo di Formiche - è fare arrivare la fibra. Non per una questione di costi [...]; la connessione FTTC può essere considerata una tecnologia di passaggio verso l'FTTH o un'ottima alternativa se è troppo costoso portare l'FTTH. Semplificando, il suo problema, ma anche la sua opportunità, è il tratto in rame dall'armadio in strada fino a casa. Da una parte, il rame con il tempo si ossida e conduce meno, è sensibile all'umidità, ha problemi di attenuazione quando aumenta la distanza e di intereferenze (soprattutto se ci sono molti altri ad utilizzarlo per collegarsi a Internet), ha costi di esercizio ben superiori alla fibra. Dall'altra, usarlo non costa, perché è praticamente ovunque".

Francesco Sacco puntualizza che tale fatto ha creato una frattura geopolitica: se da un lato Asia e Far East hanno intrapreso una forte accelerazione (con UAE e Qatar con una penetrazione del FTTH superiore al 94%, Singapore, Cina, Corea del Sud e Giappone sopra al 70%, come riportato nell'articolo), dall'altro USA e l'Europa sono rimaste indietro. Basti pensare che l'Italia si attesta al 4%.

Interrogandosi su quali siano le conseguenze di tali differenze, Sacco spiega: "Questo blocco forzato (causato dalla pandemia da Covid-19, ndr) sta facendo fare a tutti i miliardi di persone bloccate un salto tecnologico enorme [...]. In poche parole, usciremo dalla crisi molto più virtuali e tecnologici di come ci siamo entrati, e non torneremo indietro. La seconda è che la fibra è un grande abilitatore di altri business, come il 5G, che ha bisogno di tanta fibra in modo capillare".

"Purtroppo, - prosegue il Professore - grazie a questa accelerazione indotta, sono treni che partiranno più in fretta di quanto ci potessimo aspettare. Ma partiranno anche senza di noi".

Nell'articolo di Formiche, Francesco Sacco punta la lente sulla situazione italiana: "L'Italia, che con Fastweb nel 2000 è stato il primo Paese a creare una Rete interamente in fibra, dopo aver toccato la penultima posizione in Europa nel 2015, grazie alla sfida lanciata da Open Fiber, sta risalendo la china".

Negli ultimi due anni, infatti, l'Italia è stato il Paese che ha registrato una crescita maggiore in copertura FTTH in Europa (43,1%). "Open Fiber - sottolinea Sacco - è diventata la più grande Rete all'ingrosso per popolazione coperta del mondo, un modello che anche in Regno Unito e Germania stanno seguendo".

"Il piano di Open Fiber, coprendo anche le zone meno densamente popolate del Paese, diventa implicitamente un agente di politica industriale e sociale per mantenere vitale quella parte dell'Italia fatta da piccoli Paesi dove però vive la maggior parte della popolazione".

"Adesso, però, Open Fiber è a un bivio: se verrà acquisita da Tim, non è dato sapere cosa potrebbe succedere ma tutto potrebbe anche fermarsi proprio quando sta andando a regime. Anche l'Italia è a un crocevia: dopo la fallita privatizzazione di Telecom Italia, se si privatizza anche Open Fiber, non si può sbagliare di nuovo. Non ci saranno altre scelte più importanti per il futuro tecnologico dell'Italia", ha concluso Sacco.

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