Editori digitali: adattarsi o perdersi nell’era della SEO (Search Everywhere Optimization) - Affaritaliani.it

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Editori digitali: adattarsi o perdersi nell’era della SEO (Search Everywhere Optimization)

La SEO non va demonizzata, bensì compresa, studiata e integrata come parte essenziale del lavoro editoriale

di Marco Lenoci

Editori digitali: adattarsi o perdersi nell’era della SEO

Ho dedicato gran parte del mio percorso professionale collaborando al fianco di editori digitali e creatori di contenuti, dapprima in Google per un decennio, tra Dublino e Mountain View, e dal 2021 come socio e Amministratore Delegato di Evolution Group, tech company leader in Italia. Nel corso di 20 anni, ho avuto la fortuna di partecipare attivamente ai momenti più trasformativi affrontati dal settore.

Ho vissuto il declino dell’editoria cartacea, l’ascesa dei motori di ricerca nell’orchestrare i contenuti digitali, l’affermarsi dei dispositivi mobili come piattaforma dominante, fino ad arrivare all’attuale corsa verso la ridefinizione delle nuove gerarchie nella ricerca online attraverso l’intelligenza artificiale generativa.

L’avvento di Internet, e in particolare di Google come motore di ricerca, ha democratizzato e decentralizzato l’informazione, permettendo a migliaia di editori digitali di raggiungere milioni di lettori che non avevano mai acquistato un giornale nella propria vita. Affaritaliani è uno degli esempi più virtuosi di come il motore di ricerca abbia consentito a testate native digitali di raggiungere rapidamente un pubblico di milioni di lettori.

La SEO (Search Engine Optimization), o “ottimizzazione per i motori di ricerca”, non è altro che l’insieme di attività tecniche ed editoriali volte a far sì che un sito web venga correttamente indicizzato e mostrato da Google quando le persone cercano un’informazione.

Immaginiamo il web come un’enorme biblioteca con milioni di libri (i siti web). Quando un utente interroga il motore di ricerca, Google ha il compito di selezionare quali libri, capitoli e paragrafi contengano la risposta esatta, evitando così che l’utente si perda tra tutte le miriadi di informazioni disponibili. In buona sostanza, la SEO equivale ad applicare un’etichetta chiara sulla copertina del libro, organizzarne bene l’indice e i capitoli, affinché Google possa trovare facilmente la risposta più appropriata alla richiesta effettuata.

Il concetto è piuttosto intuitivo: così come nessuno perderebbe tempo a leggere un libro scritto male, anche il libro scritto meglio è destinato a non essere letto se nessuno sa dove trovarlo o se tratta argomenti di scarso interesse. Avendo affiancato centinaia di editori nel corso della mia carriera, posso affermare con certezza che nel web di oggi gli aspetti tecnici, la rilevanza e la qualità dei contenuti prodotti concorrono in egual misura al successo di un editore digitale.

Per questo motivo, la SEO non va demonizzata, bensì compresa, studiata e integrata come parte essenziale del lavoro editoriale. Non ci si può lamentare del fatto che Google non dia visibilità ai propri contenuti se non si è fatto nulla affinché Google li valorizzi.

È importante sottolineare che l’acronimo SEO viene spesso utilizzato impropriamente. Negli anni, al motore di ricerca si sono aggiunte numerose altre piattaforme di distribuzione dei contenuti che hanno ulteriormente facilitato le testate digitali nel raggiungere e intercettare un pubblico potenziale. Il concetto di SEO si è evoluto nel tempo, ed è oggi meglio rappresentato dalla definizione di “Search Everywhere Optimization”, che indica la necessità di ottimizzare i propri contenuti per le diverse “biblioteche” messe a disposizione dall’ universo digitale.

Il mestiere di editore digitale, così come la maggior parte delle professioni, è in profonda trasformazione. Una trasformazione che richiede coraggio e che produrrà pochi vincitori e moltissimi vinti. Si può scegliere di rimboccarsi le maniche e raccogliere la sfida, oppure semplicemente arrendersi e incolpare gli algoritmi. Homo faber fortunae suae.

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