Facebook denunciato per la strage di Orlando
La notizia è rilevante: le famiglie che hanno perso un congiunto nella strage di Orlando in Florida nel night club gay “Pulse” hanno fatto causa negli Usa a Facebook, Google (proprietaria di Youtube) e Twitter.
L’esecutore materiale Omar Mateen, è stato successivamente santificato sui social, soprattutto Facebook, dagli estremisti di tutto il mondo e, soprattutto, è stato raggiunto dalla loro pubblicità contribuendo in maniera determinante alla sua “radicalizzazione” e quindi all’atto criminale.
Contemporaneamente in Germania il governo Merkel sta approntando una legge che prevede una supermulta di 500.000 € pe rogni notizia bufala pubblicata su FB.
C’è da dire che fino ad ora i social Usa sono stati protetti da una legge, il Communication Decency Act che rende considera gli editori su internet non responsabili perché forniscono solo l’infrastruttura.
Quindi la denuncia potrebbe cadere -come le tante altre precedenti nel nulla- ma questa volta l’avvocato di una vittima californiana sostiene che FB è direttamente responsabile perché gli associa un messaggio pubblicitario e con questo cavillo spera di incastrare le major mondiali.
Mark Zuckerberg, molto attento ogni volta che si parla di dollari, è corso ai ripari con la solita tiritera di una task force all’uopo istituita.
Sta di fatto che il suo social anche in Italia è finito sotto accusa per gli ultimi episodi di cyber bullismo con il suicidio di una ragazza napoletana.
È ovvio che FB cerchi si tenere tutto il possibile compreso il terrorismo e il cyber bullismo perché “fanno traffico” cioè pubblicità e cioè soldi ma questa regime di impunità è auspicabile che finisca.
Sono stati fatti diversi tentativi di far togliere contenuti evidentemente violenti da FB ma la risposta è sempre la stessa dopo i soliti ringraziamenti per l’attenzione: “rispetta i requisiti della comunità”.
Lo stesso motivo per cui Wikipedia non cancella le voci contestate…