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Fiction, mercato da 480 mln. Rai in testa con il 74% di ore in prima visione

Fiction: mercato italiano da 480 mln di euro di investimenti

Il mercato della produzione audiovisiva vale in Italia circa 1,3 miliardi di euro nel 2019, con la fiction nella quale vengono investiti 480 milioni di euro, i film in sala vicini ai 400 milioni, l'animazione a 77 milioni, e la parte rimanente assorbita da investimenti in altri generi, da piattaforme in streaming ecc., pari a 340 milioni. "In particolare", ricorda Giancarlo Leone, presidente di Apa-Associazione produttori audiovisivi, "le piattaforme ott nel 2019 hanno investito in Italia circa 70 milioni di euro in serialità, che nel 2020 sono stimati in crescita a quota 90-100 milioni, tra i 110 e i 140 milioni di euro nel 2021 e tra i 140 e i 195 milioni nel 2022". 
Lo riporta Italia Oggi.

Rai con il 74% delle ore trasmesse in prima visione supera Mediaset, Sky e Netflix

Il comparto della produzione audiovisiva è formato da 7.500 aziende, con 123 mila lavoratori diretti (è escluso l'indotto) e, quanto alla fiction, la Rai la fa da padrona come ore trasmesse in prima visione: pesa per il 74%, davanti a Mediaset con l'8%, Sky con il 7% e Netflix col 6%. Il tax credit maggiorato al 40% ha salvato tante produzioni nel 2020. Ma, come sottolinea Leone durante la presentazione del secondo rapporto Apa nel corso del Miamarket di Roma, c'è il pericolo che Rai, volano principale dell'industria, tagli gli investimenti nei prossimi anni.

Rai: "Rischio taglio investimenti nelle fiction in futuro, se non arrivano risorse"

E in effetti sarà così, conferma l'a.d. Rai, Fabrizio Salini: il canone Rai in bolletta elettrica è di 90 euro, ma alla Rai ne arrivano solo 74. Ci vengono perciò sottratte risorse. Nel 2020 abbiamo confermato il nostro impegno nella fiction, consapevoli che questo ci porterà a un conto economico in squilibrio nell'esercizio. Nel 2021, con i cali della raccolta pubblicitaria e le incertezze sugli introiti da canone, stiamo operando razionalizzazioni sia sui costi interni, sia sugli investimenti produttivi. Non fermiamo le macchine, ma, se non arrivano risorse, Rai ridurrà gli investimenti nella fiction. Mi impegno comunque a nominare il nuovo direttore di Rai fiction (Eleonora-Tinny Andreatta se ne è andata a fine giugno per diventare vice president original series di Netflix Italia) e a presentare il piano fiction 2021 entro il 31 dicembre. Prometto che non terrò l'interim di Rai fiction a vita. 


Mediaset: "Costretti a piani di difesa. Ovvio che risorse e investimenti saranno ridotti"


Anche Mediaset sta investendo pochissimo in fiction: nel 2020 non ne ha ancora mandata in onda nessuna. Daniele Cesarano, direttore fiction di Mediaset: "Al momento abbiamo quattro set aperti. Quando mi sono insediato nella primavera del 2017 il mio obiettivo era di arrivare a produrre per Mediaset circa 50 prime serate all'anno di fiction. L'obiettivo, lo ammetto senza problemi, non lo abbiamo mai raggiunto. Però nel 2019, esattamente un anno fa, si era deciso addirittura di alzare l'asticella, arrivare a 70 prima serate all'anno, con anche l'assunzione in azienda di nuove risorse. Tuttavia, in parte per gli ascolti delle fiction, che giustamente hanno anche messo in discussione la mia linea editoriale e la mia direzione, e poi con la drammatica emergenza Covid, molto è cambiato. Mediaset dipende esclusivamente dai ricavi pubblicitari, è il soggetto più colpito dalla crisi, è stata costretta a piani di difesa. Basti pensare che nel 2020 sui canali Mediaset non è andata in onda nessuna fiction originale. Quindi, il prossimo piano fiction di Mediaset non sarà di certo di 70 prime serate, che forse era solo un mio sogno, e proveremo ad avvicinare quota 50. Ovvio che le risorse e gli investimenti saranno ridotti, dovremo abituarci a lavorare con modelli di business diversi, e non so dire in percentuale quanto sarà prodotto da società indipendenti, e quanto da Taodue". 


Più risorse invece da Sky e Netflix

Nicola Maccanico, executive vice president programming di Sky Italia: "Noi stiamo spingendo molto sulle produzioni originali. E gli investimenti in serialità aumenteranno per due motivi: vogliamo riequilibrare fiction, serie e intrattenimento rispetto allo sport, che rimane un nostro core business ma non deve essere l'unica leva; vogliamo essere proprietari dei contenuti, averne il controllo, per non arrivare in situazioni nelle quali l'accesso ai contenuti si interrompe o diventa troppo costoso. È chiaro che con la forte crescita di serialità originale ci troveremo di fronte alla sfida di mantenere alta la qualità. Dobbiamo evitare, cioè, l'effetto cinema, industria nella quale, col moltiplicarsi di occasioni, progetti, committenti, è sceso il livello qualitativo medio. Una seconda sfida è quella di favorire la nascita e la crescita di talenti italiani giovani: sul fronte registi ne abbiamo già parecchi, sul fronte attrici e attori, invece, ce ne sono tanti ma non così giovani". 


Eleonora Andreatta, vice president original series Netflix Italia. L'approdo di una struttura Netflix in Italia, anche se lavoriamo ancora tutti in smart working, ha significato cinque stagioni nuove di serialità originale italiana nel 2020. Nel giro di due anni l'obiettivo è di avere dieci nuove stagioni originali italiane all'anno. E gli investimenti (esattamente un anno fa il fondatore di Netflix, Reed Hastings, disse a Roma di volere investire in Italia 200 milioni di euro nei successivi due anni) non saranno solo nel genere serie, ma pure in film, non-scripted e documentari. 


 

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