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Gedi schizza del 60%, tonfo di Cir. L'Opa di Elkann fa volare gli editoriali

Seduta da record per Gedi, che dopo l'offerta di Exor per la quota di controllo detenuta da Cir (che sara' ovviamente seguita da un'Opa), balza del 60% a 0,455 euro, allineandosi praticamente agli 0,46 euro messi sul piatto dalla holding della famiglia Agnelli. Oggi sono passati di mano oltre 44 milioni di pezzi: circa l'8,6% del capitale del gruppo editoriale.

Arretrano invece sia Cir (-7,82%) sia Cofide (-1,26%), che ieri tuttavia - mentre Gedi era sospesa - avevano chiuso in forte rialzo; positiva infine Exor, che ha recuperato lo 0,8% a 68,64 euro. Secondo Equita, l'offerta della famiglia Agnelli e' stata a premio sui multipli se si guardano competitors come Cairo, Rcs o Vocento in Spagna.

Quindi, "l'operazione e' un segnale positivo per l'intero settore editoriale, perche' nonostante il trend negativo della carta stampata, sia in termini di raccolta pubblicitaria (mercato a -11% nei primi 9 mesi) che di circulation (settore in calo dell'8% nei 9 mesi), Gedi e' stata valorizzata su multipli superiori a quelli del settore".

L'offerta e' subordinata all'autorizzazione delle autorita' (Commissione europea e Agcom) e in base alle tempistiche e' prevedibile che l'operazione possa essere completata entro aprile 2020. Cir investira' nel veicolo che prendera' il controllo di Gedi, acquisendo una quota pari al 5% di Gedi in trasparenza ai prezzi dell'offerta. Exor lancera' un'Opa obbligatoria su Gedi a 0,46 euro per azione.

Per Cir e Cofide, l'incasso netto supera i 90 mln di euro, assumendo che Cir reinvesta il 5% nella newco. La cassa netta della holding post fusione sale intorno a 320 mln, pari al 36% del Nav e il Nav post fusione Cir-Cofide sale del 4% a 0,71 euro per azione. 'Sebbene il profilo di rischio del gruppo migliori - scrive Equita - uscendo da un business che ha sofferto e continua a soffrire per la crisi del settore di riferimento, riteniamo che lo sconto non sia sufficentemente attraente al punto da modificare la raccomandazione' che resta quindi hold. Migliora il target +5% a 0,58 euro (ovvero 1,17 di Cir).

Per Exor, l'investimento e' al massimo di 208 mln, assumendo che raccolga l'89% del capitale di Gedi (escludendo il 5% di Cir e il 6% gia' detenuto). Gedi rappresentera' meno dell'1% del Nav per cui 'l'impatto sul Nav e sul target e' modesto', scrive Equita, anche ipotizzando che il fair value di Gedi sia pari alla media del prezzo degli ultimi 6 mesi (circa 40% in meno rispetto al prezzo d'Opa). 'Resta da chiarire la strategia di Exor che portera' l'esperienza maturata nel settore (essendo azionista di maggioranza dell'Economist e in passato azionista di RCS) e accelerera' la trasformazione sul piano tecnologico e organizzativo', conclude Equita.

Il gruppo Repubblica agli Agnelli. Elkann spende 102,4 milioni di euro - Exor ha siglato con Cir l'accordo per rilevare il 43,78% di Gedi a 0,46 euro per azione con un esborso di 102,4 milioni. Al termine dell'operazione da realizzare con una societa' di nuova costituzione verra' lanciata un'opa allo stesso prezzo. Cir reinvestira' nella nuova societa' per una quota pari al 5% di Gedi. Sono questi i dettagli dell'operazione che, superati i passaggi relativi alle necessarie autorizzazioni delle autorita' (Antitrust, Agcom e Commissione Europea) vedra' nel primo quadrimestre del 2020 il passaggio del controllo tra l'altro dell'Espresso e della Repubblica per trent'anni in mano alla famiglia De Benedetti.

A guidare il nuovo gruppo, che possiede anche altri quotidiani tra cui La Stampa e il Secolo XIX, sara' ora Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli. Il via libera e' arrivato a tarda serata alla fine di una lunga giornata cominciata stamane con il board di Cir e la sospensione del titolo Gedi dagli scambi in Borsa. La finanziaria guidata da John Elkann e' gia' socia di Gedi con una quota del 5,99% davanti agli altri azionisti di minoranza Giacaranda Falck (al 5,08%) e Carlo Perrone (5,02%).

Con l'acquisto da Cir del 43,78% di Gedi Exor si porterebbe al 49,8% e per questo dovra' lanciare l'Opa obbligatoria. "Con questa operazione ci impegniamo in un progetto imprenditoriale rigoroso, per accompagnare Gedi ad affrontare le sfide del futuro", ha affermato John Elkann, presidente e amministratore delegato di Exor.

Che ha rassicurato sugli obiettivi di qualita' giornalistica: "Oltre a portare l'esperienza maturata nel settore, anche a livello internazionale, Exor assicurera' la stabilita' necessaria per accelerare le trasformazioni sul piano tecnologico e organizzativo. Siamo convinti che il giornalismo di qualita' ha un grande futuro, se sapra' coniugare autorevolezza, professionalita' e indipendenza con le esigenze dei lettori, di oggi e di domani".

"Passiamo il testimone ad un azionista di primissimo livello - ha invece detto il presidente di Cir Rodolfo De Benedetti - che da piu' di due anni partecipa alla vita della Societa', che conosce l'editoria e le sue sfide, che in essa ha gia' investito in anni recenti e che anche grazie alla propria proiezione internazionale sapra' sostenere il gruppo nel processo di trasformazione digitale in cui esso, come tutto il settore, e' immerso".

Il prezzo offerto e' superiore a quello ipotizzato dagli analisti. Equita aveva stimato un valore di 0,35 euro per azione dopo che il titolo venerdi' corso ha chiuso a 0,28 euro. Era stato proprio il timore che il quotidiano La Repubblica potesse essere ceduto ad altri soggetti a spingere Carlo de Benedetti a offrire lo scorso ottobre 0,25 euro per azione tramite Romed per il 29,9% di Gedi ai figli Rodolfo e Marco. Proposta tuttavia giudicata irricevibile.

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