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Genova, i giornali non usciti? Vergogna. "Almeno il Secolo...".Affari denuncia

"Nel grave lutto che ha colpito Genova, la Liguria e  l’Italia, unendoci nel dolore, nella solidarietà e nella richiesta di verità, stride e suscita sgomento il silenzio dei grandi quotidiani italiani, assenti dalle edicole e dunque morti anche loro sotto il ponte Morandi". Lo scrive il direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino nel commento di oggi, che sta scatenando il dibattito in Rete. Una riflessione che sta riscuotendo consenso e viralità da parte di numerosi lettori e opinion leader, che sono rimasti molto colpiti dall'assenza dei giornali oggi in edicola.

"La vergogna dei gionali non usciti": così si schiera anche Francesco Storace, leader del movimento sovranista, che riprende sul suo blog l'articolo di Affaritaliani.it, pubblicandolo integralmente. "Dieci, cento, mille applausi ad Affari Italiani, il quotidiano online che non ha certo bisogno della nostra pubblicità - scrive Storace - ma che va elogiato per aver scritto chiaro e netto che è una vergogna che i quotidiani cartacei stamane non siano usciti nonostante la strage del porto".

"I siti online, compreso il nostro blog hanno lavorato tutto il giorno di Ferragosto, senza sosta, per informare gli italiani. Come tv, radio, agenzie. I giornali no. Ha fatto bene a stigmatizzare la stampa con un articolo che andrebbe segnalato come esempio di buona pratica all’ordine dei giornalisti il direttore di Affari Italiani, Angelo Perrino. Vi riproponiamo per intero il suo articolo, perché ha pienamente ragione".

"Parole sante del Direttore - scrive invece un lettore sulla pagina Facebook di Affari -. Purtroppo in Italia mai un guizzo che mandi a quel paese il mare di incrostazioni mentali che la fa da padrona. Per dirla alla Marchionne: "Ma in ferie da che cosa?"

"Forse se tiravano uova facevano uno sforzo anche a ferragosto!!", scrive un altro lettore su Twitter. E ancora: "Non a caso i quotidiani italiani li legge sempre meno gente. Oltre ad un calo fisiologico derivante dalla tecnologia c’è la consapevolezza sempre crescente che i quotidiani siano quasi tutti la voce di alcune elites economiche".

"Gentile  direttore (e caro collega) , leggo  il  suo editoriale  odierno  su Genova, e  sono  a  dirLe   che  concordo  più  che pienamente  con le  sue  affermazioni. Mi sarei aspettata  anch’ io  ( da  “ vecchia  del mestiere”  quale  sono ) che  almeno Il Secolo -  giornale  che  da  sempre  Genova  la  rappresenta – facesse  “ qualcosa”  di importante  per  la  propria  città", dice invece Paola  G. Lunghini. Come? "Chiamando magari  i lettori  a  raccolta  per  una  azione  “  concreta”   a  favore  delle  vittime  del  crollo : che  non sono  solo le  famiglie  dei  morti , AHIMÈ, AHIMÈ,  AHIMÈ , ma  anche  tutti  “  quegli altri”   che  per  questa  tragedia  stanno  soffrendo".

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