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Ghali sì, Ghali no. E’ scontro tra ‘Fatto Quotidiano’ e ‘Repubblica’
Ghali (foto Lapresse)

Ghali sì, Ghali no. E’ scontro tra ‘Fatto’ e ‘Repubblica’

E' scontro tra 'Fatto Quotidiano' e 'Repubblica' per un'intervista a Ghali. Il giornale di Travaglio ha sollevato una polemica relativa alla mancata pubblicazione, da parte di 'Repubblica', di un'intervista al cantante di origini tunisine sul conflitto in Medio Oriente, sulla quale -secondo l'indiscrezione del 'Fatto'- la direzione del quotidiano avrebbe imposto il blocco della pubblicazione perché il cantante non condannava mai in modo esplicito la strage avvenuta il 7 ottobre ad opera di Hamas. L'intervista, secondo la ricostruzione del 'Fatto', sarebbe stata realizzata nei giorni del festival, prima dell'uscita di Ghali sul palco con lo slogan 'stop a genocidio', e sarebbe dovuta uscire sul cartaceo venerdì 9 febbraio. Ma così non è stato.

Secondo quanto riportato da 'Fatto' l'entourage di Ghali, contattato, avrebbe confermato questa versione. Nella versione del quotidiano si parla anche di successivi contatti tra 'Repubblica' e Ghali al quale sarebbe stato chiesto di commentare anche gli attacchi di Hamas, richiesta che Ghali avrebbe rifiutato.

"Perché Repubblica non ha censurato Ghali"

Oggi 'Repubblica' pubblica online l'intervista oggetto della polemica, in un articolo titolato "Perché Repubblica non ha censurato Ghali"  e risponde alle accuse negando decisamente che ci sia stata una censura: "La direzione di Repubblica - si legge sul sito del quotidiano - precisa che non è stata mai fatta alcuna censura contro il cantante Ghali, gli è stato invece chiesto di rispondere a una domanda sulle polemiche seguite al suo primo intervento a Sanremo in merito al mancato riferimento al 7 ottobre e lui ha scelto di non farlo", scrive il quotidiano, pubblicando poi l'intervista. Al suo interno, l'autore del pezzo scandisce di essere "ancora in attesa di una risposta sul 7 ottobre" da parte di Ghali.

Nell’intervista Ghali tocca alcuni temi che riguardano le polemiche per le quali è finito nella bufera dopo l'esibizione sanremese. "Ho iniziato a scrivere 'Casa Mia' molto prima del 7 ottobre, poi alla luce di quanto accaduto alcuni passaggi si sono inevitabilmente caricati di un’attualità, di una forza e autenticità dirompenti, motivo che mi ha spinto ancora di più a portarla al Festival", spiega. 'Repubblica' gli chiede anche delle posizioni in merito al conflitto israelo-palestinese prese sui social nei mesi scorsi, in merito alla situazione in corso a Gaza: "Ha preso posizione per evitare che il silenzio potesse essere interpretato come un assenso, ma c’è qualcosa che cambierebbe nella sua comunicazione?", chiede il giornalista. "Il silenzio, di fronte a certi accadimenti, può essere preso in qualche modo come assenso", risponde Ghali. E conclude: "È semplicemente incredibile che mentre siamo qui a cantare ci siano le bombe sui civili, i bambini che muoiono. E io non me la sento di fare finta di niente".






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