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Ict, ecco le multinazionali più green: bene Apple, bocciata Amazon

Sempre più web, sempre più digitale. Una buona notizia anche per l'ambiente. Molte attività, che un tempo richiedevano spostamenti fisici o stampa su carta, possono essere fatte con un click. Risparmiando sulle emissioni di Co2. Con i Big Data e i dispositivi IoT, crescono però quelle generate dal processo di produzione dell'energia elettrica. Si tratta di cifre destinate a crescere, che potranno essere tenute sotto controllo con adeguate politiche energetiche. Secondo le proiezioni di Greenpeace, i servizi Ict costituiranno il 9% del consumo di elettricità globale nel 2017. Ma la percentuale potrebbe salire al 12% nel peggiore dei casi o scendere al 7% secondo lo scenario migliore.

Il traffico internet è destinato a crescere, trainato dal video streaming, che varrà il 76% del traffico globale entro il 2018. Per accompagnare il progresso, ci sarà bisogno di data center sempre più evoluti. E di più elettricità, che costituisce la componenete di spesa più alta.

Ci si aspetta che la percentuale di consumo di elettricità a livello globale dovuta all'utilizzo di servizi ICT sfiori il 9% nel 2017 (pari a 2.500 TWh), ma potrebbe anche arrivare al 12% nello scenario peggiore o scendere sotto il 7% nell'ipotesi migliore. Un'oscillazione che dipende dai comportamenti individuali e delle grandi corporation. Chi si comporta meglio. Il report Clicking Clean: A Guide to Building the Green Internet incorona Apple. Per il suo iCloud, la mela utilizza energia al 100% rinnovabile. Yhaoo! vanta un buon 73%. Google e Facebook utilizzano il 46 e il 49% di fonti green, cui si affiancano gas, carbone e nucleare. Forte è la presenza del carbone (al 30%) dalle parti di Microsoft (rinnovabile per il 39%). Male eBay, dove più della metà dell'energia è prodotta da gas naturale e solo il 10% da rinnovabili. Ad Amazon, invece, piace il nucleare. Le centrali garantiscono oltre un quarto dell'energia, più di quanto non arrivi da fonti green (superate anche dal carbone). Al di là dei numeri poco lusinghieri, Greenpeace accusa Amazon di scarsa trasparenza. E afferma: “A differenza di Apple, Facebook e Google, non sembra che gli investimenti di Amazon siano orientati verso le energie rinnovabili”. Bezos bocciato.