Il Fatto Quotidiano di Travaglio è pronto a sbarcare in Borsa?
Dopo una gestazione durata più di un anno, mercoledì sono in calendario due appuntamenti chiave per definire il percorso di quotazione in Borsa de 'Il Fatto quotidiano': come scrive Milano Finanza, l'assemblea degli azionisti e il consiglio d'amministrazione. Si valuteranno i conti del 2013, il pre-consuntivo 2014 e, dulcis in fundo, il piano per l'ipo sull'Aim Italia della testata, che nel 2012 fatturava 23,4 milioni. La gestazione è stata lunga per divergenze sul progetto tra alcuni soci, in particolare i giornalisti (dal direttore Antonio Padellaro al vice e braccio destro Marco Travaglio)
Bocche cucite sia tra i membri del cda sia tra i soci, dalla casa editrice Chiare Lettere ai giornalisti Padellaro, Travaglio, Peter Gomez (responsabile del sito web del Fatto), Marco Lillo, oltre a Bruno Tinti e Francesco Aliberti.
Anche perché non tutti sono convinti del progetto di apertura del capitale al mercato, eventualità che però si dovrebbe concretizzare ai fini del reperimento dei capitali necessari allo sviluppo del business editoriale. Saranno l'ad Cinzia Monteverdi e il consigliere Luca D'Aprile a presentare ai soci e al cda lo stato dell'arte del progetto di sbarco in borsa e a dettare l'agenda della quotazione. Secondo indiscrezioni, per non creare dissidi tra tutti i soggetti coinvolti, il flottante potrebbe essere minimo, tra il 10 e il 15%.