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MediaTech
Il fenomeno WeChat e altre rivoluzioni digitali alla convention Teamsystem
Andrea Ghizzoni (WeChat)

“Surf the change”, la convention che Teamsystem ha organizzato a Rimini, è stata l'occasione per discutere dei temi legati alla rivoluzione digitale. Oltre al CEO Federico Leproux e al top management dell'azienda, sul palco del Palacongressi si sono alternati ospiti molto interessanti come Andrea Pezzi (founder e CEO di Gagoo) e Matteo Lentini (Country Manager di Foodora), che hanno parlato delle proprie esperienze professionali legati all'innovazione.

Un caso particolare è stato l'intervento di Andrea Ghizzoni, capo europeo di WeChat. L'azienda cinese rappresenta un approccio del tutto diverso a Internet rispetto a quello che per noi europei è l'assoluta normalità e lo stesso Ghizzoni ci spiega perchè: “I cinesi hanno imparato a usare Internet con lo smartphone, non con il PC. Sono partiti da quello che per noi è la fine. La navigazione di siti web che per noi rappresenta la quotidianità, per loro è solamente residuale: meno del 4% dell'uso totale della Rete!”.

In questa differente modalità, è proprio WeChat a fare la parte del leone, con alcuni tratti orwelliani. Infatti, i cinesi non “vanno su Internet”, ma “vanno su WeChat” e da lì possono fare praticamente qualunque cosa, senza mai uscirne. Per capirci, all'interno dell'applicazione sono comprese tutte le funzioni che per noi corrispondono a Facebook, Tinder, Uber e anche ad altre esigenze che da noi non esistono. Tramite WeChat si possono fissare appuntamenti in ospedale, trovare qualcuno che ti lavi il cane a domicilio e sapere prima se il centro commerciale dove pensi di andare è molto affollato. I numeri rendono bene l'idea del fenomeno: gli utenti attivi sono 780 milioni al giorno, che corrisponde esattamente al numero di smartphone in Cina. Il fatturato è di circa 22 miliardi, con ricavi pari al 40%.

In seguito, hanno dibattuto di innovazione digitale i rappresentanti di alcune celebri aziende che utilizzano le soluzioni Teamsystem. Mauro Scaroni, group business manager di Poltrona Frau, ha spiegato che, un anno fa, l'azienda si è trovata di fronte alla necessità di trovare soluzioni adatte a gestire l'enorme massa di contabilità legata ai propri fornitori. Visto che stavano maturando i tempi per l'adozione della Fatturazione Elettronica obbligatoria nei confronti della Pubblica Amministrazione, Poltrona Frau ha deciso di cogliere la palla al balzo e proporre anche ai propri fornitori di usare lo standard xml, appoggiandosi a Teamsystem.

Nadia Gentilini, HR payroll manager Leroy Merlin, ha raccontato come nel 2009 ci sia stata l'acquisizione del proprio maggior competitor “tradizionale”. Poco dopo, però, è emerso come il nuovo competitor di Leroy Merlin fosse più forte sul piano digitale. Quindi è nato il progetto “Vision”, che ha coinvolto tutti e 98.000 i collaboratori che l'azienda ha nel mondo, stimolandoli ad immaginare come sarebbe stata il business nel futuro, quali bisogni avrebbero manifestato i clienti, come sarebbero diventati i negozi, se lo store fisico sarebbe stato ancora la risposta ideale, nel rapporto con i millennials. Da questo percorso sono nati i “cantieri di trasformazione”, che hanno riguardato tutte le funzioni dell'azienda. Leroy Merlin si è anche chiesta come attrarre nuovi collaboratori per portare innovazione. E' quindi nato il progetto “Free your time”, caratterizzato dal cambiamento tutti i sistemi interni legati alle risorse umane e dalla semplificazione dei sistemi amministrativi, così da ridurre i tempi “morti” e lasciare più tempo libero ai lavoratori.

Francesco Battistelli di Unipol SAI ha spiegato come la propria azienda non abbia necessità di variare il proprio-core business, ma quella di dare ai propri 20.000 gli strumenti necessario per relazionarsi con un pubblico che sta cambiando, in maniera più rapida ed efficace. Il digitale, in questo percorso, si sta rivelando fondamentale.

Interessante anche il contributo di due commercialisti. Antonio Gigliotti (che è anche giornalista pubblicista) ha evidenziato come lo Stato abbia un'enorme mole di dati, inviati dai commercialisti, ma non li sappia usare per altre finalità, il che rappresenta un enorme spreco. L'aumento degli adempimenti, problema tipicamente italiano, non rappresenta un aumento di redditività per i commercialista, ma solo maggiori carichi di lavoro. A questo proposito, Daniele Zaccherini (titolare dello studio omonimo) ha spiegato come la tecnologia sia necessaria per gestire i sempre maggiori oneri derivanti dal rapporto con la PA: “Con 'Fatture in Cloud' abbiamo importato 8.000 fatture di un'azienda artigiana con un solo clic, risparmiando molti giorni di lavoro di una persona e con rischio di errore pari a zero. La tecnologia libera risorse, che servono per studiare la nuova normativa appena approvata o altre esigenze di aggiornamento”.

 

 

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