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MediaTech
Italia capofila nella corsa allo spazio, Cugno: "Con Usa forte partnership"
Walter Cugno, Responsabile del settore
Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space

Ingegner Cugno, in questo primo excursus ha già delineato molteplici spunti di riflessione. Capitolo Luna: ora che (a differenza del programma APOLLO) l’intenzione è quella di rendere stabile e continuativa la presenza dell’  Uomo sul nostro satellite, servirà sviluppare una vera e propria “rete infrastrutturale”?

Assolutamente sì. Si tratta di un passaggio obbligatorio per consentire la permanenza sulla Luna. Nominalmente la prima missione avrà luogo nel 2024: a seguire dovrà essere garantita la disponibilità di strutture di superficie, fra cui moduli abitativi, sistemi di mobilità e di sfruttamento delle risorse lunari. Ricordiamo sempre una cosa: il nostro satellite dista dalla Terra quasi 400.000 chilometri: trasportare materiale dalla Terra costa parecchio, sia in termini di energia sia di sviluppo e produzione dei veicoli di lancio e di trasporto, e conseguentemente richiede la disponibilità di fondi considerevoli. Dunque è necessario sfruttare il più possibile quanto presente in loco, così da abbattere i costi di trasporto. Come Thales Alenia Space abbiamo da pochi mesi siglato un contratto con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) riguardante lo studio di due sistemi per le operazioni necessarie in orbita bassa, orbita cislunare e superficie lunare. Si tratta di EL3, sitema cargo robotizzato per il trasporto per e dalla superficie lunare, e del veicolo di trasferimento cislunare (CLTV, Cis-Lunar Transfer Vehicle), che consentirà uno spettro di capacità logistiche completo, dal rifornimento dei moduli pressurizzati del Gateway lunare al trasporto di infrastrutture in bassa orbita terrestre. Insieme ad Avio, Thales Alenia Space ha, inoltre, firmato con l’ESA una commessa per lo sviluppo di Space Rider, vettore automatizzato e riutilizzabile che sarà impiegato nell’ambito delle missioni senza equipaggio, nonché per l’accesso e il rientro dalla bassa orbita terrestre. Le prospettive tecnologiche che lo Spazio ci dischiude sono infinite: tocca a noi sviluppare idee efficienti e creative.   

Prima ha parlato di potenze spaziali emergenti, fra cui la Cina. A che punto è arrivata Pechino?

I Cinesi ormai sono indipendenti e riescono a portare grandi sistemi sia in bassa orbita terrestre sia verso la Luna, mentre stanno dando inizio alla costruzione della loro stazione spaziale in orbita terrestre. La Cina ha acquisito grande dimestichezza nella conduzione di missioni lunari robotiche: pochi mesi fa, a Dicembre dello scorso anno, è riuscita a riportare a Terra prelievi di rocce. Anche in orbita marziana c’è un velivolo cinese. In termini tecnologici, posso dire che abbiano recuperato il gap con i protagonosti storici, Stati Uniti, Europa, Russia, Canada e Giappone.

Ingegner Cugno, parliamo di ARTEMIS, il programma americano di ritorno dell’uomo sulla Luna. Quali sono i principali progetti che vedono attualmente coinvolte l’Italia e Thales Alenia Space?

Anche nell’ambito del programma ARTEMIS, Thales Alenia Space è coinvolta in maniera importante e massiccia. Siamo infatti Capocommessa per quanto concerne lo sviluppo di due fra i principali moduli della futura stazione spaziale in orbita cislunare (collocata cioè fra la Terra e il nostro satellite). Si tratta dei moduli forniti dall’Agenzia Spaziale Europea: ovvero l’International Habitat (I-HAB), il modulo ove vivranno gli Astronauti, e il modulo ESPRIT, destinato invece alle comunicazioni e al rifornimento previsti tra il 2026 e il 2027. Il primo modulo abitativo e logistico americano sarà invece lanciato già nel 2024, e insieme alla parte propulsiva costituirà la parte iniziale del Gateway. Tutte le componenti pressurizzate verranno fornite dalla nostra azienda e usciranno proprio dagli stabilimenti di Torino: per HALO (Habitation and Logistics Outpost), questo il nome del progetto, ci occuperemo della struttura pressurizzata inclusiva di controllo di pressione del modulo e del vestibolo, del sistema di protezione dai meteoriti nonché dell’interfaccia di attracco con i sistemi NASA. Ancora, Thales Alenia Space è l’unica azienda non americana in lizza per il veicolo che dovrà portare la prima donna sulla Luna: in primavera dovrebbero tenersi le selezioni ufficiali. In ambito di partnership con l’ESA, come detto in precedenza, dirigiamo una delle due cordate (l’altra cordata è diretta da Airbus Defence and Space) che si stanno sfidando a colpi di brevetti industriali e di idee innovative per lo studio di un cargo robotico destinato alle missioni lunari.

Molti si chiedono perché sia trascorso così tanto tempo dall’ultima caracollante camminata dell’uomo sul nostro satellite. Come è cambiato l’approccio su questo fronte?

Sono cambiati gli obiettivi. Negli anni ’60 e ‘70 era vitale arrivare primi e quindi a qualsiasi costo: oggi si è più propensi ad accettare rischi, non essendoci tra l’altro quella spinta politica che sussisteva invece all’epoca. Dunque si procede su una road map che permette di provare i sistemi in orbita a passi successivi fino al raggiungimento dell’obiettivo finale: la colonizzazione di Marte. Inoltre vediamo affacciarsi e occupare con autorevolezza il campo anche da nuovi protagonisti industriali, i quali propongono dei nuovi modelli di business al di fuori dei consolidati schemi delle agenzie governative. Pensiamo solo alla SpaceX di Elon Musk o alla Blue Origin di Jeff Bezos.

La politica imperialista della Cina vede però lo Spazio in ottica dual-use, per sviluppare tecnologie da usarsi non solo in ambito civile ma anche corporate e soprattutto militare. Del resto le cifre in gioco sono astronomiche: può darci un’idea?

Il giro d’affari che orbita attorno allo Spazio è stimato, entro il 2040, in 1 trilione di dollari, e le prospettive che apre la Space-Economy sono ancora largamente inesplorate. Già oggi si pensa di installare data server nello Spazio, magari sulla Luna: qui si dispiegano davvero scenari da “hic sunt leones”.

Ovviamente con l’imperativo categorico di proteggere questi dati dagli attacchi cyber perpetrati da potenze ostili. Ingegner Cugno, ci parli di Marte: quali sono le sfide che vedono impegnata la vostra azienda e, con essa, l’Italia?

Mi piace sottolineare come si tratti di sfide presenti e di obiettivi futuri. Ricordiamo come e quanto l’Italia e Thales Alenia Space siano già coinvolte nella missione ExoMars 2016 e 2022: il TGO (Trace Gas Orbiter) lanciato cinque anni or sono sta analizzando la composizione dell’atmosfera marziana, e diventerà il catalizzatore delle comunicazioni per le prossime missioni europee che arriveranno sul Pianeta Rosso. Nel 2022 partirà la missione ExoMars 2022 che porterà il primo rover europeo a operare sulla superficie di Marte, alla ricerca di forme di vita. Thales Alenia Space Italia è l’azienda leader per entrambe le missioni ExoMars. L’esperienza di cui siamo depositari e l’elevato contenuto tecnologico che sappiamo esprimere sul campo, ci hanno recentemente portato alla stipula di una collaborazione con Airbus Defence and Space, per lo sviluppo del veicolo che riporterà sulla Terra campioni di rocce marziane. Si tratta dell’Earth Return Orbiter (ERO), componente chiave della missione MSR (Mars Sample Return), frutto di una cooperazione tra la NASA e l’Agenzia Spaziale Europea. L’obiettivo è quello di poter disporre, qui sulla Terra, di rocce marziane entro il 2031: quindi, tutto sommato, fra non molto. E la Luna, voglio ribadirlo, sarà una tappa logistica e tecnologica fondamentale per poter poi fare il grande balzo verso Marte per quanto riguarda le missioni umane. Nelle missioni spaziali c’è continuità fra uno step e quello immediatamente successivo.

Ingegner Cugno, qual è la più importante conquista – umana, prima ancora che scientifica – resa possibile dall’esplorazione dello Spazio?

Ciò che impariamo, le nuove frontiere conoscitive che valichiamo e conquistiamo, non sono solo appannaggio delle discipline astrofisiche e ingegneristiche. Lo Spazio è un gigantesco laboratorio scientifico “a cielo aperto” (possiamo proprio dire così), che ci consente di effettuare esperimenti su una pluralità di discipline, nelle condizioni fisico-chimiche ottimali: dallo studio della Biologia dei Sistemi (e dunque anche della Medicina), allo sviluppo di farmaci innovativi, fino agli scenari pionieristici aperti dalla Scienza dei Materiali. Lassù portiamo non solo i nostri prodotti e le nostre tecnologie ma il risultato delle capacità tecnologiche e di fare sistema di tutta una filiera di piccole e medie aziende, nonché alle volte di start-up: un indotto e una filiera assolutamente equipollenti per valore e contenuto. Noi facciamo da traino, tuttavia quella che decolla è una vera e propria catena di competenze nazionali e internazionali. E l’Economia, attraverso soluzioni creative, innovative e robuste, può crescere solo così: sulle competenze e sul fare sistema.

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